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Reggio Emilia: le future sfide della formazione professionale

lavoro_2Il costante calo di finanziamenti pubblici in tutti i settori interessa anche l’ambito della formazione professionale, la cui azione però in questo momento di grave crisi economica si rivela ancor più determinante nella possibilità di riqualificare e reindirizzare lavoratori e imprese verso nuove attività. E’ infatti significativo il fatto che il 50 per cento degli utenti della formazione professionale in provincia di Reggio siano persone tra i 31 e i 55 anni. Gli utenti tra i 18 e i 30 anni sono il 28 per cento, gli over 55 sono il 12 per cento, infine, quelli con meno di 18 anni rappresentano il 10 per cento. Dati peraltro collegabili al dato provinciale dei disoccupati, circa 27 mila in tutto, di cui il 17 per cento sono giovani dai 15 ai 29 anni, e alla difficoltà di ricollocamento di persone in una fascia di età non più giovane, ma ancora pienamente in età da lavoro. “Abbiamo ritenuto di monitorare pregi e diffetti del nostro sistema di formazione alla luce del contesto di crisi, che impone di ripensare e innovare modelli con cui si promuovono l’acquisizione di nuove competenze e conoscenze tra i lavoratori, ma anche tra gli imprenditori stessi – sottolinea l’assessore all’Istruzione e Formazione professionale della Provincia Ilenia Malavasi – nella consapevolezza che questo rappresenta un settore-chiave, decisivo nel contrasto del fenomeno della disoccupazione, che sta interessando in modo drammatico anche il nostro territorio”.

Un settore fondamentale dunque, la cui incisività è ora messa a dura prova a causa della crescente difficoltà di reperire risorse pubbliche e che per questo necessità oggi di una riflessione sulle prospettive e sulle opportunità su cui si dovrà far leva in futuro: a questo proposito la Provincia di Reggio Emilia ha svolto un’indagine che ha coinvolto il sistema reggiano degli enti di formazione professionale e che ha messo in luce punti di debolezza e punti di forza, oltre che alcune opportunità che derivano da un contesto demografico, sociale ed economico in cui la formazione continua sarà sempre più necessaria. A seguito dell’indagine, la Provincia promuove un ciclo di incontri rivolti in particolare ai soggetti le cui attività vengono interessate dal sistema di formazione professionale (enti pubblici, privati, associazioni di categoria, istituzioni scolastiche) e si svolgeranno secondo il seguente calendario: lunedì 8 aprile, dalle ore 16.30 alle 18.30, nella sala conferenze di Palazzo Magnani (corso Garibaldi, 29 – 2° piano) dialogo con gli enti di formazione sulle opportunità e le criticità della formazione finanziata, relatore Mauro Meda di Asfor (Associazione italiana per la formazione manageriale); venerdì 19 aprile, dalle ore 16.30 alle 18.30, sede dell’Assessorato all’Istruzione (via Mazzini 6 – sala riunioni 4°piano) si discuterà della formazione come leva per le politiche attive del lavoro nella nuova programmazione comunitaria con Mauro Boati (consulente Italia Lavoro); venerdì 3 maggio, dalle ore 14.30 alle ore 16.30 (sala conferenze di Palazzo Magnani (corso Garibaldi 29 – 2°piano) verrà presentato il “Rapporto Isfol 2012”, con attenzione alle competenze per l’occupazione e la crescita, con Aviana Bulgarelli, di Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori).

“Abbiamo ritenuto di monitorare pregi e diffetti del nostro sistema di formazione alla luce del contesto di crisi, che impone di ripensare e innovare modelli con cui si promuovono l’acquisizione di nuove competenze e conoscenze tra i lavoratori, ma anche tra gli imprenditori stessi – sottolinea l’assessore all’Istruzione e Formazione professionale della Provincia Ilenia Malavasi – nella consapevolezza che questo rappresenta un settore-chiave, decisivo nel contrasto del fenomeno della disoccupazione, che sta interessando in modo drammattico anche il nostro territorio”.

Le risorse pubbliche, che come ha confermato l’indagine, rappresentano una linfa vitale per il sistema di formazione professionale, ma “sono in costante diminuzione – come spiega l’assessore Malavasi – occorre perciò capire su quali altre opportunità, a partire dalla nuova programmazione dell’Unione Europea e dai fondi intra-professionali, sarà possibile far leva in futuro per la tenuta del sistema e quali vie percorrere per rispondere ai mutati bisogni del contesto sociale ed economico”. A questo proposito l’assessore Malavasi ha evidenziato che “uno degli elementi di forza evidenziati anche dall’indagine effettuata è la forte connessione del sistema con il territorio e le sue caratteristiche. Sul versante delle opportunità, l’attenzione andrà indubbiamente rivolta ad un maggiore capacità di legare il know how tradizionale del contesto produttivo reggiano all’innovazione tecnologica”.

 

 

















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