La Commissione per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini ha effettuato una ricognizione sui dati dell’occupazione femminile in Emilia-Romagna, finalizzata ad approfondire i contenuti della “legge quadro” sulla parità e contro le discriminazioni di genere, obiettivo fondamentale di questa commissione.
I tecnici dell’assessorato “Scuola, formazione professionale, università e ricerca, lavoro” hanno delineato un contesto in cui, nonostante si sia entrati nel sesto anno consecutivo di crisi economica, in Emilia-Romagna non si assiste a una contrazione del tasso di occupazione femminile (il dato è ancora superiore al 66% nella fascia d’età 15-64 anni). La novità è che sta aumentando il numero delle donne disponibili a entrare nel mercato del lavoro, sintomo di tenacia e non rassegnazione nella ricerca di opportunità occupazionali, nonché del bisogno di integrare il reddito familiare. È il caso di ricordare che nel 2008, prima dell’inizio della crisi, oltre il 90% delle donne emiliano-romagnole in età compresa fra 25 e 45 anni risultavano occupate.
Per connettere le politiche per il lavoro con l’inclusione sociale, ed evitare l’esclusione forzata delle donne, appare cruciale la questione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. L’assessorato sta ultimando un progetto informatico che consentirà di incrociare le comunicazioni obbligatorie legate ai contratti di lavoro e il reddito effettivamente percepito; in un futuro prossimo, si potrà uscire dalla tradizionale logica delle stime, e disporre di dati reali sullo scarto di stipendi e salari fra uomini e donne.
È stato poi illustrato l’esito del bando finalizzato a stabilizzare precari e incentivare assunzioni nella fascia d’età 18-34 anni. Il Fondo sociale europeo ha messo a disposizione 20 milioni di euro e la Regione ha disposto un incentivo differenziato: 7.000 euro per le donne, 6.000 per gli uomini. Sono pervenute più di 3000 domande – dunque la cifra sarà interamente stanziata – e dalla verifica sulle prime 1.167 domande pervenute, emerge una sostanziale parità di genere: 589 uomini, 579 donne.
Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Silvia Noè (Udc), Thomas Casadei (Pd), Mauro Manfredini (Lega nord), e la presidente della commissione, Roberta Mori, ha preannunciato la presentazione di una risoluzione di indirizzo, da discutere in Aula. Secondo Mori, “i dati illustrati dall’assessorato confermano la tenacia delle donne dell’Emilia-Romagna che non si rassegnano né alla crisi, né a una cultura ancora discriminatoria nel mondo de lavoro che si riflette sulle differenze di retribuzione tra donne e uomini, così come sulla reale possibilità di tenere insieme progetti di vita personali e professionali. L’effetto depressivo della crisi è contrastato dalla forza delle donne”.