No alle aperture domenicali selvagge dei negozi, sì al sistema a rotazione, ridando un ruolo a Regioni ed Enti Locali nella programmazione a tutela dei lavoratori e piccoli commercianti che oggi sono schiacciati dalla grande distribuzione.
Il Movimento 5 Stelle, con i parlamentari della Camera Michele Dell’Orco (primo firmatario insieme a Maria Edera Spadoni, Mara Mucci, Laura Castelli, Chiara Gagnarli, Silvia Giordano, Eleonora Bechis, Angelo Tofalo, Marco Baldassarre, Massimo De Rosa, Davide Crippa, Ivan Della Valle, Mattia Fantinati, Aris Prodani e Manlio Di Stefano) e del Senato Adele Gambaro (prima firmataria insieme a Maria Mussini), ha presentato un’interpellanza al Ministro per lo Sviluppo Economico.
Partendo dal rispetto del referendum del 1995, dove il 62,5% dei cittadini si espresse contro la liberalizzazione totale degli orari nel commercio, i deputati e senatori a 5 stelle chiedono quali iniziative il Governo intenda mettere in campo per “riconoscere nuovamente il ruolo centrale delle Regioni e degli Enti Locali nella programmazione commerciale e nella organizzazione degli orari per tutelare i piccoli commercianti, che non riescono a reggere il confronto con la grande distribuzione”. La proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle è quella di “creare un meccanismo di rotazione delle aperture domenicali, che preveda un numero massimo di festività lavorative, in un anno equivalente a 12 o 13, rivolto alla piccola, media e grande distribuzione”. Una proposta, quella presentata dai parlamentari del Movimento 5 Stelle, che tutela i piccoli esercenti ed i lavoratori del settore “lasciando comunque la possibilità al cittadino di fare la spesa alimentare tutte le domeniche”.
L’interpellanza, formulata grazie alla collaborazione del CALS, il comitato anti liberalizzazioni selvagge che ha raccolto sul tema oltre 50.000 firme, ricorda come “da diversi mesi si sono susseguite critiche al decreto Bersani e alle successive implementazioni da parte dei Governi Berlusconi e Monti”. “Critiche mosse da parte di associazioni di categoria e comitati locali, che hanno avanzato controproposte” sottolineano Dell’Orco e Gambaro.
Nel documento, i parlamentari del Movimento 5 Stelle sottolineano come “ la liberalizzazione delle aperture ha messo in difficoltà i piccoli commercianti per quanto riguarda la copertura degli orari, e in alcuni casi gli stessi dipendenti che si vedono oberati di straordinari e turni massacranti”. Inoltre “a seguito delle aperture domenicali non ci sono stati significativi aumenti delle vendite e i turni domenicali possono mettere in difficoltà anche le famiglie dei dipendenti con figli, dal momento che servizi come asili e scuole sono logicamente chiusi in quei giorni”. I parlamentari del Movimento 5 Stelle ricordano che proprio “dall’Emilia Romagna sono giunte proposte alternative come la creazione di un meccanismo di rotazione delle aperture domenicali. E’ fondamentale che la volontà popolare, espressa tramite il “no “ al referendum del 1995, venga rispettata”.