Una delegazione italiana, comprendente anche una rappresentanza dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, recatasi in Birmania per sondare la possibilità di avviare scambi scientifico-culturali, giovedì 28 febbraio ha avuto il privilegio di poter essere ricevuta dal Premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi.
Dal 28 febbraio al 6 marzo 2013 la delegazione italiana, composta dalla prof.ssa Maria Giuseppina Bartolini Bussi, ordinario di Didattica della Matematica dell’Ateneo modenese-reggiano, dal dott. Giuseppe Malpeli, supervisore per il tirocinio del corso di studi in Scienze della Formazione Primaria dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e Presidente dell’Associazione Amicizia Italia-Birmania, nonché dalle parlamentari Albertina Soliani e Sandra Zampa dell’Associazione Parlamentare Amici della Birmania, ha avuto durante il proprio soggiorno l’opportunità di visitare anche scuole e incontrare docenti ed esperti di educazione, operanti non senza difficoltà nella realtà educativa birmana.
“E’ stato davvero significativo che il Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi – ha dichiarato il Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia prof. Aldo Tomasi – abbia concesso il privilegio di incontrare i miei colleghi. La Birmania vive un momento difficile sul piano economico e sociale, oltre che politico. Ma sono sicuro che guidata dalla determinazione di Aung San Suu Kyi saprà trovare la strada per imboccare la via della democrazia e recuperare, anche con l’aiuto della comunità internazionale e accademica, il gap di sviluppo che ha nei confronti degli altri paesi asiatici vicini. Gli incontri che i nostri esponenti hanno avuto localmente nel corso della visita mi confortano, stando a quanto mi hanno riferito, in questa convinzione. E confermo che il nostro Ateneo è pronto già da ora a collaborare per progetti ed iniziative di cooperazione scientifico-culturali con la Birmania”.
L’incontro con Aung San Suu Kyi, lungo, amichevole e cordiale, ha avuto luogo a Naypidaw, la nuova capitale del Paese asiatico voluta dalla giunta militare. L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia è stato l’unico ateneo ad essere stato ammesso all’incontro in Birmania col Premio Nobel per la pace. Il colloquio è stato caratterizzato da momenti di particolare emozione come la consegna del Sigillo UNIMORE, fatto pervenire ad Aung San Suu Kyi dal Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia prof. Aldo Tomasi attraverso la prof. ssa Maria Giuseppina Bartolini Bussi, e l’invito rivolto all’esponente politica asiatica di compiere un viaggio a Reggio Emilia, presso il Dipartimento di Educazione e Scienze umane, onde proseguire il dialogo rivelatosi quanto mai intenso circa il ruolo socioeconomico e culturale della scuola e dell’educazione.
“Saremmo veramente orgogliosi – dichiara il prof. Giorgio Zanetti, Direttore del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – se Daw Aung San Suu Kyi, trovando uno spiraglio nella sua fittissima rete di impegni, potesse essere in un futuro prossimo nostra ospite a Reggio Emilia. Sarebbe tra l’altro l’occasione per far conoscere e apprezzare da vicino la sua straordinaria sensibilità per le tematiche legate all’educazione e alla formazione, in cui ravvisa un elemento imprescindibile per la modernizzazione del suo Paese e per una evoluzione della Birmania in senso autenticamente democratico. Del resto questa missione di studio è frutto di relazioni di lungo periodo, di volontariato educativo e di cooperazione internazionale che coinvolgono, da tempo, docenti e studenti del Dipartimento, con la collaborazione del dott. Giuseppe Malpeli, che, in Birmania, ha quasi una seconda patria. Per citare solo qualche iniziativa, abbiamo ospitato nel 2008 Baudee Zawmin, allora rappresentante del governo birmano in esilio, così come nei mesi scorsi la giornalista birmana Daw Nita Yin Yin May. Presso la nostra sede è esposta in modo permanente una mostra sui diritti dell’infanzia per avvicinare gli studenti, futuri insegnanti ed educatori, a culture differenti e lontane: quella dei diritti dell’infanzia è una problematica che vede impegnato da sempre il nostro Dipartimento, che ha dedicato a questo tema numerosi convegni e seminari”.
La missione scientifico-culturale ha avuto – sì – il suo culmine nell’incontro con il Premio Nobel, ma è stata anche occasione di visita a scuole monastiche birmane e incontri culturali con gruppi politici e di volontariato, impegnati a favorire il rientro della Birmania nella comunità scientifica internazionale.
Un paese, la Birmania, ove la povertà si tocca ovunque, nelle zone rurali come nelle città, e gli indici di scolarità sono più bassi di quelli del resto dell’Asia sudorientale, così altrettanto per quelli relativi alla salute pubblica. Più di 90mila bambini sotto i cinque anni muoiono ogni anno. Daw Aung San Suu Kyi sta finanziando l’apertura di scuole gratuite e, se vincerà le elezioni, pensa all’istituzione di un ministero per l’istruzione, una struttura governativa mai esistita fino ad ora.
Nel corso del suo soggiorno la delegazione italiana ha avuto modo di recarsi in una delle più grandi scuole gestite dai monaci di Rangoon, una scuola che ospita oltre 700 studenti, ove ci si prende cura dei più poveri o senza famiglia, dai bambini agli universitari, e di incontrare il responsabile della rete di centinaia di scuole organizzate dalla Lega Nazionale per la Democrazia (il partito fondato da Daw Aung San Suu Kyi), molto interessato alla formazione degli insegnanti.
“Nell’incontro con il premio Nobel – afferma la prof.ssa Maria Giuseppina Bartolini Bussi dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – si è parlato di programmi educativi, di Università e di insegnamento della matematica. Non ci ha sorpreso l’interesse di Aung San Suu Kyi verso questo tema, perché l’insegnamento della matematica è giudicato cruciale in tutta l’Asia, come mostrano anche i risultati di vari paesi dell’estremo oriente nelle valutazioni internazionali OCSE PISA. Ci ha colpito piacevolmente, tuttavia, la manifestazione di interesse personale che il premio Nobel ha avuto, con il ricordo della sua formazione e della figura del padre, Aung San, eroe nazionale e principale artefice dell’indipendenza birmana. Sia lei che il padre erano bravi in matematica, e nella biblioteca del padre, nella casa-museo di Rangoon, rimangono parecchi testi di matematica. Daw Aung San Suu Kyi ha mostrato molto interesse per i metodi per l’insegnamento della matematica ai bambini piccoli, in modo da rimuovere quegli ostacoli che possono manifestarsi nell’adolescenza. Personalmente posso dire che Daw Aung an Suu Kyi si è rivelata persona di raffinata cultura che sa vivere e comprendere culture differenti. Questo può spiegare sia il riconoscimento e la considerazione nei suoi confronti da parte del mondo occidentale, che in lei intravede un’icona della difesa dei diritti umani e della democrazia, che l’amore palpabile che ha per lei il popolo birmano”.
Sul tema dell’insegnamento della matematica si sono stabiliti contatti con il responsabile per l’educazione della Lega Nazionale per la Democrazia Thein Lwin, docente di matematica che sta seguendo progetti importanti nel paese.
Attraverso l’International Commission on Mathematical Instruction (ICMI) – che ha come compito istituzionale quello di migliorare in tutto il mondo la qualità dell’insegnamento della matematica – anche la voce della Birmania sarà inserita in un contesto scientifico internazionale. Su questo progetto la prof.ssa Maria Giuseppina Bartolini Bussi, membro del Comitato Esecutivo dell’ICMI dal 2007 al 2012, sta operando con l’attuale Presidente, il prof. Ferdinando Arzarello dell’Università di Torino.
Nella settimana di incontri si è parlato anche della possibilità di offrire occasioni di studio e formazione in Italia a studenti birmani, che hanno manifestato molto interesse al riguardo. La realizzazione di questo progetto dipenderà dalla stipula di accordi tra i governi per la concessione di borse di studio destinate alla Birmania come paese in via di sviluppo.
“Questa esperienza è stata per tutti noi – conclude la prof.ssa Maria Giuseppina Bartolini Bussi – davvero molto importante ed ora la sfida è rendere partecipi i nostri studenti di questi raggi di sole che ci vengono da un paese lontano. Continueremo a tenere viva la memoria della Birmania con iniziative specifiche e seguiremo con attenzione e collaborazione l’inserimento nel contesto internazionale di questo paese straordinariamente bello e custode di valori che, nella nostra cultura, sembrano essere perduti o offuscati”.