Riflettendo sulle affermazioni del Presidente di Confindustria Pietro Ferrrari rispetto alla necessità di un profondo rinnovamento del ceto politico modenese, dal punto di vista meramente sindacale, per le persone che come UIL rappresentiamo, le considerazioni non possono che esprimere un senso di profondo disagio e amarezza. Sono anni in effetti che la politica modenese tra il silenzio assordante dell’opposizione e le innumerevoli liti da cortile interne alla ormai ex maggioranza di centro sinistra, assomiglia sempre di più ad un pollaio che all’espressione di una politica al servizio dei cittadini. Più che a scontri di idee abbiamo assistito a veti incrociati dettati più da gelosie personali, esposizioni muscolari, distinguo e smarcamenti né graditi né richiesti, una politica che stimola solo gli appetiti degli addetti ai lavori, non certo tale da risolvere gli innumerevoli problemi della cittadinanza colpita insieme dalla crisi, dal terremoto, dalle tasse e dai balzelli “romani”.
Il distacco tra il popolo e chi lo governa o lo amministra è sempre più marcato. Mancano idee e quando vengono sono puntualmente oggetto di critiche, ricatti e stop onerosi. Non è bello spendere risorse dei cittadini in progettazioni che vengono puntualmente gettate nel cestino. Ce lo possiamo permettere? Io non sono del tutto sicuro che basti cambiare le persone. Sono anche le strutture che vanno profondamente innovate, per i costi che generano, per le politiche di conservazione dell’apparato che hanno prodotto in questi anni, incapaci di cogliere i segni del cambiamento e le opportunità di nuove prospettive.
Il cittadino si domanda: ma non era già stato tutto definito in sede di programma? Evidentemente no. Le cose non vanno bene anche per colpe esterne, ma come accade di solito in questi casi, la politica assomiglia sempre più ad una squadra che sta perdendo ogni partita e ogni opportunità. Nello spogliatoio quando le cose vanno male volano gli stracci. Le baruffe recenti e passate testimoniano come questo avvenga sempre più frequentemente. Un partito che fino a poco tempo fa contava su un consenso pari al 58% e oltre della popolazione oggi è molto più vicino al 40% che al 50%.
Arriveranno le difese in questi giorni, arriveranno le smentite e le promesse di fare di meglio, ma è un dato innegabile che la giunta oggi stia in piedi solo perché è stata definita una tregua di non si sa quale durata, con la minaccia continua che qualcuno si alzi e sbatta la porta. Nel mentre i cittadini aspettano e giudicano.
LUIGI TOLLARI
SEGRETARIO GENERALE UIL MODENA