Uno sciopero contro quella che i sindacati definiscono una ‘dismissione silenziosa’ del trasporto merci da parte del Gruppo ferrovie dello Stato. E’ la protesta dei lavoratori della divisione Cargo emiliano-romagnoli che oggi non lavorano dalle 9 alle 17. Dopo l’annullamento da parte degli organismi di garanzia di uno sciopero nazionale l’8 marzo, lo sciopero è’ stato indetto in una delle regioni cardine del trasporto ferroviario a livello italiano dove ha sede uno degli scali merci più grandi d’Europa.
”Lo sciopero di oggi – ha detto Silvano De Matteo della Filt Cgil – è contro una dismissione non scritta da parte del gruppo Ferrovie dello Stato di Cargo e in generale, in Italia, del trasporto merci su ferro”. Cargo è infatti la società leader e, nonostante le liberalizzazioni del settore, controlla il 70% di un mercato che, secondo i sindacati, avrebbe margini molto ampi di espansione. ”Solo il 6% delle merci in Italia è trasportata con il treno – ha detto De Matteo – non è così negli altri Paesi. In Germania è il 21%, in Francia il 22%, in Austria il 36%, e in Svizzera addirittura il 50%. Qui, invece, si danno 400 milioni all’anno all’autotrasporto”.
Aldo Cosenza della Fit Cisl – presente in conferenza stampa insieme ai colleghi di Uil e Ugl – ha fatto il punto sul ridimensionamento in Emilia-Romagna e dello Scalo Merci San Donato: ”Fino a quattro o cinque anni fa – ha detto – transitavano da San Donato 250 treni al giorno. Oggi la media è di 20, 25”. I lavoratori protestano anche contro le azioni di ridimensionamento portate avanti unilateralmente dal Gruppo Fs solo – denunciano – per ragioni di bilancio. Alla fine del 2012 i lavoratori di Cargo erano 496. Oggi sono 430 ed entro la fine dell’anno, altri 100 dipendenti saranno dirottati verso altre società del gruppo arrivando a un numero di unità che – hanno spiegato i sindacalisti – mette a rischio l’operatività di Cargo e il rispetto delle regole sulla sicurezza.