“Anche in Emilia Romagna c’è una presenza significativa e importante di gruppi legati alla Camorra e all”Ndrangheta: sull’asse che va da Modena a Piacenza abbiamo la certezza di infiltrazioni molto profonde”. Lo ha ribadito il procuratore capo della Repubblica di Bologna Roberto Alfonso, che oggi, insieme al prefetto della città Angelo Tranfaglia, è intervenuto alla caserma Manara, sede del comando regionale dei Carabinieri, per parlare di criminalità organizzata ai ragazzi delle scuole superiori, invitate dall’Arma in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
Una presenza di cui “forse un tempo non si sapevano cogliere i segnali come invece colgono facilmente le comunità delle regioni del Sud – ha aggiunto Alfonso, rimarcando però – che oggi non coglierli sarebbe come crearsi un alibi che non è accettabile”. Da qui il sollecito a tutti i ragazzi presenti a fare la loro parte contro la cultura dell’illegalità. “I giovani sono l’investimento sul futuro – ha continuato Alfonso – sono stati avvertiti, non possono dire che non sapevano e non possono tenere comportamenti che possono arricchire la criminalità organizzata”.
Alfonso ha quindi spiegato loro che “ogni violazione di legge, dalle contravvenzioni all’abusivismo, dall’assenteismo allo sperpero del denaro pubblico contribuisce ad un clima di illegalità diffusa”. “Anche i comportamenti prepotenti o arroganti nei confronti di un compagno di classe – ha sottolineato rivolgendosi agli studenti – tra 10 anni può diventare un comportamento mafioso”.
Infine dal Procuratore di Bologna un auspicio sul quadro nazionale. “Spero davvero che questa nuova politica inizi un percorso di cambiamento, altrimenti il futuro sarà molto difficile” ha ribadito, ricordando ancora una volta che anche l’ Emilia Romagna “non è immune” dalla presenza delle mafie. “Ci sono stati comportamenti sleali e infedeli – ha concluso Alfonso – anche tra gli uomini delle istituzioni”.