(Adnkronos Salute/Ign) – I ticket sui farmaci sono aumentati del 40% nel 2012. E il 55% degli assistiti paga oramai da sé visite specialistiche e accertamenti diagnostici, sia per aggirare le lunghe liste d’attesa, sia perché i ticket sono oramai così alti da spingere verso un privato sempre più low cost. Insomma, tutti i tagli alla sanità alla fine rischiano di ridurre l’offerta di servizi. A lanciare l’allarme gli esperti dell’università Bocconi con il ‘Rapporto Oasi 2012′, presentato oggi a Roma dalla Federazione di Asl e ospedali (Fiaso).
Come se non bastasse, per non tingere di rosso i propri bilanci o per evitare disavanzi peggiori, le Regioni ripianano i bilanci a suon di tasse. Maggiorazioni delle addizionali Irpef, aumento delle aliquote Irpef, rincari del bollo auto e cartolarizzazione dei debiti sono gli strumenti, singoli o associati, ai quali hanno fatto ricorso quasi tutte le Regioni, ad eccezione di Valle d’Aosta, Friuli, Trento e Bolzano, Basilicata e Sardegna, mentre Marche, Abruzzo, Molise e Campania hanno messo mano a tutte le leve fiscali consentite dalla legge. Senza aumenti di tasse locali – dicono i dati – già nel 2011 ben 16 regioni avrebbero tinto di rosso i propri bilanci sanitari.
I numeri del quarto trimestre, ultimi disponibili, evidenziano che prima di chiedere nuovi sacrifici fiscali ai contribuenti hanno chiuso il bilancio con leggeri attivi solo Lombardia, Veneto, Umbria, Marche e Abruzzo. Tutte le altre sarebbero andate in rosso. Il disavanzo maggiore lo avrebbe toccato il Lazio, con 815 milioni, seguito dalla Sardegna con 283 milioni e il Piemonte con 260. Poi con gli aumenti delle addizionali Irpef e di balzelli locali vari i bilanci sono tornati a tingersi di blu, salvo che per Sardegna, Molise, Campania e Calabria. Per pareggiare i conti le Regioni in rosso hanno finito per tartassare i cittadini con aumenti di tributi locali e addizionali Irpef pari a 2,2 miliardi di euro nel 2011.
Solo il Lazio ha fatto ricorso alla leva fiscale per 792 milioni. E le cose non sono migliorate nel 2012, visto che l’aliquota media dell’addizionale Irpef, secondo l’osservatorio Uil sulle politiche territoriali, è passata da una media dell’1,19% all’1,49, che fanno altri 2,4 miliardi di euro prelevati dalle tasche dei contribuenti, che quindi per ripianare i deficit di Asl e ospedali in soli due anni hanno versato al fisco 5 miliardi in più. “I ticket sono una vera e propria tassa sulla salute e portano ad un continuo aumento della spesa per i cittadini, in particolare per gli anziani che rappresentano circa il 50% degli utenti del sistema sanitario nazionale”, lamenta il segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone. “Per effetto dell’introduzione dei nuovi ticket da parte del governo Berlusconi – sottolinea Cantone – tale spesa è destinata ad aumentare e nel 2014 arriverà a toccare quota 4 mld di euro, di cui 2 mld presi direttamente dalle tasche degli anziani. E’ una bomba esplosiva – ha concluso il segretario generale dello Spi-Cgil – perché un numero sempre più elevato di persone saranno costrette a rinunciare alle cure. E questo più di ogni altra cosa mostra in che condizioni versano la sanità e il welfare nel nostro Paese”.