Ho letto con stupore un passo di un’intervista della Sen. Maria Mussini del M5S in cui, a proposito dell’elezione dei Presidenti delle Camere e del suo voto (scheda bianca) al ballottaggio tra Grasso e Schifani, afferma che con il PD c’è stata una questione di metodo e si chiede:
a) perchè nel primo giorno il centrosinistra ha votato scheda bianca e non ha presentato propri candidati e si risponde che si cercava di avviare una trattativa?
b) perchè non sono stati presi in considerazione i candidati del M5S?
Cosa doveva fare il centrosinistra, dopo aver parlato di corresponsabilità nel governo delle istituzioni, cosa diversa dal governo del Paese, e aver avanzato questa proposta sia al M5S che a Scelta Civica? E dopo aver atteso fino all’ultimo momento un segnale positivo (per questo le schede bianche il primo giorno) e aver ricevuto due risposte negative?
Nel caso di Scelta Civica la risposta negativa era collegata alla loro volontà di coinvolgere il PdL, per noi improponibile. Nel caso del M5S ci si è arroccati nella diversità: nessuna intesa con i colpevoli del disastro di questi anni; eventualmente il centrosinistra poteva unilateralmente decidere di votare i candidati del M5S.
E’ chiaro quindi che il centrosinistra era pronto a prendere in considerazione i candidati del M5S, ma alla condizione della reciprocità. Non potevamo farlo alle condizioni poste: noi avremmo dovuto votare il candidato M5S in una Camera, mentre loro non avrebbero votato il nostro nell’altra Camera. Era come dire: sì riconosciamo di essere colpevoli del disastro di questi anni e che il M5S è meglio del centrosinistra.
Siccome non condividiamo nessuna di queste due posizioni, alla fine, non potevamo che proporre nostri candidati. L’abbiamo fatto nel migliore dei modi, dimostrando che il PD ed il centrosinistra il cambiamento lo vogliono e sono in grado di realizzarlo.
(Maino Marchi)