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Modena: dopo un dibattito di quattro ore approvate le linee di indirizzo del PSC. Pighi: “percorso al via”

giorgio-pighi“E’ un voto che sancisce l’avvio di un percorso, certo non facile, per dare a Modena un nuovo strumento urbanistico in grado di offrire risposte alle esigenze della città”. E’ il commento del sindaco Giorgio Pighi all’approvazione da parte del Consiglio comunale oggi, lunedì 18 marzo, dopo un dibattito di quattro ore, delle linee di indirizzo del Psc, il Piano strutturale comunale. Il documento ha ottenuto 21 voti a favore, tutti del Pd; 12 contrari (Fratelli d’Italia, Modena futura, Pdl, Modena5stelle-beppegrillo.it, Etica e legalità e i due consiglieri di Sel) e 3 astensioni (Gian Carlo Pellacani dell’Udc e Stefano Rimini e Fabio Rossi del Pd).

“Nei cinque mesi di consultazione – ha sottolineato il sindaco nelle conclusioni – in città si è aperta una discussione vera e seria che ora potrà essere ulteriormente sviluppata nel percorso di partecipazione che accompagna la definizione del Psc. Anche grazie agli emendamenti approvati, le linee di indirizzo offrono una visione della città del futuro come luogo di qualità, una città meno costosa, anche in termini ambientali, più efficiente, più bella e più attraente. Una città delle opportunità, quindi, dove donne e uomini lavorano insieme per renderla migliore”.

L’emendamento presentato da Giulia Morini (Pd) e approvato con il voto del Pd (contrari Modena futura, Pdl, Udc, Etica e legalità, astenuti Fratelli d’Italia, Modena5stelle-beppegrillo.it, Sel e i consiglieri Rossi e Rimini del Pd) riguarda le aree F per le quali si prevede “una completa revisione delle previsioni” tenendo conto dell’esito dei processi partecipativi. Mentre l’altro emendamento approvato (a favore la maggioranza, contro Fratelli d’Italia, Modena futura, Pdl, astenuti Udc, Modena5stelle-beppegrillo.it, Etica e legalità e i consiglieri Rimini e Rossi del Pd) è stato presentato da Caterina Liotti (Pd) e introduce un elemento di genere fin dalla prima pagina del documento precisando che la città sarà migliorata dal lavoro comune “di donne e uomini”.

E’ stato respinto, invece, l’emendamento presentato da Sergio Celloni (Mpa) relativo ai processi di ristrutturazione e rigenerazione, con l’introduzione di incentivi e compensazioni economiche, oltre a indicare la necessità di “realizzare un rapporto in percentuale di costruzione tra pubblico e privato che deve rimanere fisso per zone, tenendo conto delle esigenze diverse dei quartieri. Hanno votato contro Pd, Sel, Pdl, Modena5stelle-beppegrillo.it ed Etica e legalità, a favore Andrea Galli del Pdl, si sono astenuti Udc e Modena Futura e non ha partecipato al voto Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia.

Il documento è stato presentato dall’assessore alla Pianificazione territoriale Gabriele Giacobazzi che ha sottolineato come il testo modificato nel corso del percorso di consultazione riporti solo le linee d’indirizzo vere e proprie delegando a un allegato, con valore esemplificativo, specifici obiettivi e una serie di azioni.

“Un nuovo strumento urbanistico – afferma Giacobazzi – rappresenta per Modena una priorità e una necessità assoluta, soprattutto in questo momento di crisi. Pur consapevoli dei limiti del documento, che già da domani possiamo migliorare insieme, era indispensabile impegnarci per dare il nostro contributo allo sviluppo della città; l’unica alternativa sarebbe stato non fare nulla, ma Modena non poteva permetterselo”. A proposito delle aree F, l’assessore ha anche precisato “che il numero di alloggi che sarà possibile realizzare in quelle zone, dove è comunque stabilita una riduzione dell’edificabilità complessiva, è già compreso nella previsione Piano e non si tratterebbe quindi di alloggi aggiuntivi”.

 

















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