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Polo tecnologico di Radioterapia “Carlo Carapezzi” Carpi: bilancio ad un anno dall’avvio

Bertoni, Petropulacos, Ferrari, Lusenti, Artioli, Martini, CampedelliUn sogno che un anno fa, con l’avvio dell’attività del Polo tecnologico di Carpi di Radioterapia “Carlo Carapezzi”, si realizzava. Oggi quel sogno – un nuovo, solido e affidabile anello della rete provinciale dedicata ai malati oncologici, in grado di garantire ai pazienti di tutta l’area nord un accesso facilitato a trattamenti di grande complessità che richiedono tecnologie all’avanguardia – ha prodotto risultati importanti. Risultati che confermano come lo straordinario sforzo organizzativo ed economico messo in campo dalle Aziende sanitarie, Usl e Policlinico di Modena, dalla Fondazione CR Carpi, che si è assunta il maggior onere finanziario, dall’Associazione Malati Oncologici di Carpi e da diversi imprenditori dell’area nord della provincia abbia portato i risultati auspicati.

Molteplici i fattori che consentono di tracciare un bilancio sicuramente positivo, sia sotto il profilo del miglioramento complessivo della qualità delle cure, sia sul piano organizzativo e dell’ottimizzazione delle risorse a disposizione.

I principali dati di attività

Nel 2012, nei 163 giorni di attività (la previsione iniziale era di 245 giorni di attività, ma il sisma ne ha ridotto le potenzialità), sono stati trattati 210 pazienti per un totale di 3.700 sedute di terapia. Sono state effettuate ben 775 visite, comprensive di prime visite, visite in corso di terapia e visite di follow-up. Drastica poi è stata la riduzione dei tempi d’attesa tra prima visita e inizio della radioterapia, tanto che, prima dello stop obbligato causato dal sisma, l’attesa media provinciale si era più che dimezzata passando da una media di 4,2 settimane a 2 settimane. Le patologie trattate prevalenti sono state le neoplasie mammarie (49%), le sedi metastatiche di malattia (25%), le neoplasie testa- collo (4%), le neoplasie del retto (4%) e ginecologiche (3%).

Da sottolineare inoltre che, dal 2012, l’85% dei pazienti residenti nell’area nord della provincia che necessitano di trattamenti radioterapici ha avuto la possibilità di ricevere le cure migliori senza doversi spostare a Modena, con riflessi molto positivi oltre che sulla salute anche sulla qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari; si pensi ad esempio al superamento di buona parte dei costi organizzativi e ai tanti spostamenti evitati (secondo un calcolo statistico ai pazienti e ai loro accompagnatori sono state “risparmiate” circa 1.700 ore di viaggio, per un totale di oltre 100mila chilometri. In termini economici, mediamente ogni singolo paziente ha speso 160 euro in meno).

Un modello organizzativo innovativo e sicuro che favorisce l’integrazione

Altrettanto soddisfacenti sono stati i risultati conseguiti grazie all’innovativo modello organizzativo adottato. Il centro, all’avanguardia in termini di tecnologia, logistica e organizzazione, è il primo realizzato in Italia in grado di gestire un modello di struttura tipo “Hub and Spoke”, che consente di condividere tecnologie elevate, sviluppate attraverso il coordinamento della sede centrale (Hub) con altre sedi (Spoke), più vicine ai pazienti, sfruttando i vantaggi offerti dalla telemedicina, sostenuta a sua volta dalle reti informatiche.

Nel caso carpigiano è stato possibile sfruttare le competenze della Radioterapia di Modena per realizzare una struttura che integrasse personale medico e tecnico del Policlinico e personale infermieristico e amministrativo della Azienda USL con un pool comune di risorse per garantire continuità di servizio in caso di ferie o malattie.

Grazie alle nuove tecnologie e all’uso della fibra ottica l’equipe del Policlinico di Modena, ogni mattina, può dialogare in video-conferenza con i tre professionisti che operano a Carpi e organizza tutte le attività, sia su Modena sia su Carpi, condividendo e gestendo in modo collegiale liste d’attesa, cartelle cliniche e piani terapeutici.

Sfruttando a pieno le potenzialità delle infrastrutture telematiche di cui è dotata la Regione Emilia-Romagna, sono stati affrontati e risolti problemi informatici relativi a condivisioni di cartelle cliniche elettroniche, gestibili anche a livello interaziendale, al trasferimento di dati per realizzare trattamenti radioterapici computerizzati per l’acceleratore lineare di Carpi, alla gestione delle connessioni con l’archivio delle immagini radiologiche.

Ottimizzazione delle risorse

La gestione della struttura secondo l’innovativo modello organizzativo consente, tra l’altro, l’ottimizzazione dell’impiego delle risorse a disposizione del sistema sanitario, tutto questo senza incidere in alcun modo sulla qualità e quantità delle risorse tecnologiche rese disponibili per l’utenza; senza parlare dei vantaggi in termini di garanzia di qualità e tipologie di trattamenti realizzati in modo equo e sostenibile.

Il bilancio a un anno dall’avvio dell’attività del Polo tecnologico di radioterapia “Carlo Carapezzi” presso l’Ospedale Ramazzini, è stato tracciato in occasione di un incontro pubblico con la stampa tenutosi questa mattina, 8 febbraio, a Carpi presso la sede del Polo, al quale tra gli altri hanno partecipato l’Assessore regionale alle Politiche per la Salute, Carlo Lusenti; i direttori dell’Ausl, Mariella Martini e del Policlinico Licia Petropulacos; il presidente della Fondazione CR Carpi Gian Fedele Ferrari; il sindaco di Carpi Enrico Campedelli; Fabrizio Artioli presidente dell’Associazione Malati Oncologici di Carpi; Filippo Bertoni, direttore della Struttura complessa di Radioterapia oncologica del Policlinico; Teresa Pesi, direttore medico dell’Ospedale Ramazzini e Claudio Vagnini, direttore del distretto sanitario di Carpi.

Le dichiarazioni

Carlo Lusenti, Assessore regionale alla Politiche per la Salute

“Sono due, tra i tanti elementi positivi, i fattori che oggi vanno con soddisfazione sottolineati. Prima di tutto l’integrazione, la capacità di essere parte di un sistema. Mettere insieme, in modo virtuoso, le forze e le competenze di due aziende sanitarie, le Istituzioni, chi vive, con un forte radicamento sul territorio, come la Fondazione Carpi e il mondo del volontariato, vuol dire dare pieno valore al significato di comunità che opera per l’interesse comune. Il secondo elemento è l’innovazione, vale a dire la capacità di fare cose nuove, di guardare a ciò che accadrà domani, introducendo elementi di novità sia sul piano organizzativo che tecnologico, non dimenticando mai l’attenzione per l’umanizzazione dell’assistenza. Quello che vediamo oggi a Carpi è un esempio di buona sanità che ottiene risultati concreti e misurabili e che ha anche il pregio di indicarci percorsi utili per il futuro.”

Gian Fedele Ferrari, presidente della Fondazione CR Carpi

“Come molte volte ribadito, la Fondazione CR Carpi si è posta da tempo la priorità di tutelare e garantire la salute dei cittadini. Per fare questo, ha deciso di dare risposta in prima persona alla necessità di avere sul territorio un servizio sanitario di altissimo livello, facendosi anche carico delle difficoltà della sanità pubblica nell’affrontarne i costi. Abbiamo fortemente voluto questo Polo Radioterapico, diventandone il principale finanziatore, con uno stanziamento di 2 milioni e mezzo di euro, e coordinandone la realizzazione. Vedere oggi che il Centro ha dimezzato i tempi di attesa dei trattamenti oncologici fornendo prestazioni particolarmente qualificate ci convince una volta di più della strada intrapresa. Dopo il Polo Radioterapico, il Pronto Soccorso, le Sale Operatorie e le dotazioni di ultima generazione ai reparti del Ramazzini, continueremo a porci in prima linea per fornire ai professionisti che operano nella sanità locale le migliori strutture e tecnologie per svolgere il loro qualificato e delicato compito”.

Enrico Campedelli, sindaco Carpi

“Con il Polo tecnologico di radioterapia avviato nel gennaio 2012 a Carpi si è riusciti a risolvere il problema delle attese per i malati della città e di tutta l’area nord e degli spostamenti verso altre strutture ospedaliere, fonte di grandi disagi, a cui questi erano costretti fino all’anno scorso. Questo intervento è diventato tra l’altro un volano di qualificazione per l’intero nosocomio, che ha dovuto sopportare in tutti questi mesi anche i disagi dovuti ai danni del terremoto, ancora non sanati del tutto. E questi risultati positivi sono venuti grazie all’azione comune di istituzioni, Azienda sanitaria, volontariato e soggetti privati come la Fondazione CR”.

Mariella Martini, direttore generale Azienda Usl di Modena

“La radioterapia, per l’intera comunità, è una risorsa preziosa in termini di tecnologie e competenze professionali, una risorsa che è frutto di un’importante donazione della Fondazione di Carpi, gestita in maniera razionale e che ha richiesto una stretta collaborazione con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Il risultato è evidente ed è rappresentato dalla qualità e dalla quantità delle prestazioni a vantaggio dei pazienti. In prospettiva questa integrazione va mantenuta e ulteriormente rafforzata, facendo delle due sedi della Radioterapia, Policlinico di Modena e Ospedale Ramazzini di Carpi, un sistema unico a beneficio di tutto il territorio provinciale”.

Licia Petropulacos, direttore dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena

“Abbiamo svolto un lavoro impegnativo che è iniziato ben prima dell’avvio dell’attività del Polo Radioterapico. Sin dalla fase dell’ideazione c’è stata un’eccellente collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti. Molti professionisti del Policlinico – Filippo Bertoni direttore della Struttura complessa di Radioterapia oncologica e i suoi collaboratori, Tiziana Costi, direttore della struttura complessa di Fisica Sanitaria e i suoi collaboratori, ai quali si affiancano anche gli esperti in gestione amministrativa – si sono impegnati a fondo per il successo di questo progetto. Penso che la soluzione adottata debba costituire un modello di riferimento perché, insieme, abbiamo saputo mettere al servizio dei cittadini tutte le migliori qualità della sanità provinciale modenese, in un ambito molto importante”.

Fabrizio Artioli, presidente dell’Associazione Malati Oncologici di Carpi

“L’AMO (Associazione Malati Oncologici) di Carpi, di cui mi onoro di essere Presidente, è orgogliosa di avere contribuito nel realizzare questa moderna struttura; abbiamo investito una cifra per noi enorme: 850mila euro, grazie al contributo di un’intera città che ha creduto in questo progetto. Siamo orgogliosi di avere consentito ad un gruppo di malati ed ex-malati di creare, grazie all’aiuto di importanti artisti di fama nazionale e internazionale, un ambiente accogliente, dove domina l’arte e il senso del bello, quasi che la malattia possa passare in secondo piano. Grazie alla Fondazione CR di Carpi, all’Azienda Usl e al Policlinico di Modena per avere supportato, pur tra mille difficoltà, un progetto a servizio della gente dell’Area Nord. In qualità di Primario della Oncologia dell’Area Nord della provincia di Modena, posso inoltre testimoniare che l’attività della Radioterapia di Carpi, ha radicalmente modificato il nostro lavoro, ma più che altro ha migliorato la qualità dei trattamenti e ridotto i disagi per i nostri malati. E’ aumentato il numero di terapie che prevedono l’uso contemporaneo dei farmaci antitumorali e delle alte energie erogate dall’Acceleratore Lineare, migliorando l’efficacia dei trattamenti. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 360.000 nuovi casi di tumore, di questi circa la metà guarisce se bene curati. Si prevede che nel 2020 i casi saranno 400.000 e nel 2030 450.000. Come ha recentemente ribadito l’Unione Internazionale contro il Cancro, occorre sì investire in ricerca, ma soprattutto in prevenzione e nelle nuove tecnologie, questo abbiamo cercato di fare”.

IL PROGETTO, IN UNA PAGINA

La realizzazione dell’impianto tecnologico è stata impegnativa: dal 2006, anno in cui è stata formulata l’idea, si è arrivati nel gennaio 2012.

Un intervento a sostegno della Rete provinciale

Il Polo contribuisce a definire una Rete Provinciale ospedaliera, modellata secondo la struttura “Hub & Spoke” e finalizzata alla realizzazione di percorsi che garantiscano la massima efficacia e accessibilità per ogni prestazione terapeutica somministrata a pazienti oncologici. Ha come sede centrale l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico, all’interno della quale le attività di assistenza, ricerca e didattica risultano perfettamente integrate. Il sistema a Rete, oltre a prevedere l’apporto condiviso dei professionisti, si alimenta dei collegamenti funzionali tra le diverse fasi del percorso e del trattamento: i piani di cura sono elaborati dal Policlinico per poi essere gestiti, memorizzati e resi disponibili all’Ospedale Ramazzini. Quest’ultimo assurge così a punto di riferimento per la patologia oncologica nell’ambito della Rete Oncologica Provinciale.

Un risultato frutto di una squadra che ha unito le forze

Un traguardo per la sanità locale e per i cittadini: è questo il nuovo Polo Radioterapico. È il frutto della virtuosa collaborazione tra i diversi protagonisti che hanno contribuito alla sua nascita, a partire dalla Fondazione CR Carpi, principale finanziatore del progetto, l’Associazione Malati Oncologici di Carpi, il Comune di Carpi che, sin dall’inizio, hanno affiancato l’Azienda Usl di Modena e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena. L’investimento è ammontato a 5,5 milioni di euro ottenuti grazie al finanziamento della Fondazione CR Carpi che, coordinando la realizzazioni di “chiavi in mano” di impianti e dispositivi, ha contribuito per 2,5 milioni di euro, Ausl di Modena con 1,7 milioni di euro, Policlinico di Modena con 700 mila euro e Associazione Malati Oncologici di Carpi con 776 mila euro.

Un “contenitore” sicuro e su misura

Per custodire le numerose zone operative che alimentano le Rete, è stato realizzato un vero e proprio bunker che ingloba una superficie totale di 1240 mq di nuova edificazione e 130 mq di ristrutturazione di locali esistenti. Lo spazio, che si compone di un’area di accesso e di una sala d’attesa sviluppate attorno ad un patio, e che comprende anche due ambulatori per le visite, vari locali di elaborazione dati, studi per il personale e spogliatoi per il pubblico, è stato realizzato con pareti di cemento armato, per assicurare massima radioprotezione e perfetto isolamento.

Umanità e tecnologia: un luogo rivestito d’arte per i pazienti

Tecnologia e arte, fuse in un binomio perfetto, affiancano gli specialisti nell’assistenza ai malati. A caratterizzare l’intero contesto è infatti lo stretto connubio tra tecnologia e qualità estetica: opere d’arte, colori caldi e illuminazione tra le pareti, ottenuta grazie a lucernari zenitali e allestimenti su misura, contribuiscono a rendere il contesto gradevole ed accogliente. È stato inoltre creato un percorso di opere d’arte – dalla scultura in poli-carbonato e pannelli fotografici, a mosaici e pittura materica – che hanno l’acqua come denominatore comune. A chiedere di dare forma artistica all’acqua, sono state alcune ex pazienti che hanno interagito con gli artisti.

Attrezzature d’avanguardia

Il centro radioterapico è dotato di un acceleratore lineare di ultima generazione in grado di trattare diversi tipi di malattia oncologica con prestazioni altamente qualificate. La macchina assicura, infatti, trattamenti ad altissima precisione grazie ad un collimatore a lamelle e particolarissimi software che permettono di modellare le geometrie dei campi di trattamento, modulando un fascio radiante sui volumi da trattare.

 

Immagine: Bertoni, Petropulacos, Ferrari, Lusenti, Artioli, Martini e Campedelli

 
















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