Corbetta Fia, azienda specializzata nella produzione di bordi per mobili di proprietà del gruppo Valentini di Rimini con diversi stabilimenti nel Nord Italia (e sede amministrativa a Carugo-Como), ha dichiarato l’intenzione di chiudere lo storico stabilimento di Medolla Oece Plastic, comunicando la decisione di non procedere alla ricostruzione dello stabilimento seriamente danneggiato a seguito degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, con la conseguente dismissione dell’attività produttiva e il licenziamento di 50 lavoratrici e lavoratori a cui va la nostra massima solidarietà.
In realtà, subito dopo i terremoti del 20 e 29 maggio 2012, la Direzione aziendale aveva deciso di utilizzare temporaneamente gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione guadagni ordinaria) e impegnandosi, però contemporaneamente a mettere in campo tutte le azioni necessarie al ripristino della piena funzionalità dello stabilimento. Obiettivo ripetutamente ribadito ai Sindacati e ai lavoratori nei mesi scorsi.
La scelta di chiudere è senza dubbio molto negativa e non comprensibile dal momento che la copertura finanziaria necessaria alla ricostruzione dell’impianto produttivo è garantita sia dall’assicurazione, sia dalle risorse pubbliche messe a disposizione dallo Stato e dalla Regione.
Preoccupa molto il fatto che la Direzione aziendale possa sfruttare il drammatico evento del terremoto per massimizzare il suo profitto e introdurre elementi di ristrutturazione produttiva del Gruppo evitando i necessari passaggi.
Così come preoccupa che un simile atteggiamento possa essere imitato da altre realtà aziendali che hanno subito danni ai loro stabilimenti nell’area del “cratere sismico”e che in questo modo possono sentirsi libere di licenziare.
È su questo che Monica Donini, Consigliera regionale del Gruppo della Federazione della Sinistra, ha presentato un’interrogazione per chiedere alla Giunta regionale quali provvedimenti intenda assumere per scongiurare il fatto che lo storico stabilimento di Medolla Oece Plastic non venga ricostruito e per evitare che una simile decisione venga assunta da altre aziende del “cratere sismico” con gli stabilimenti danneggiati.
