Sinistra Ecologia Libertà assume fino in fondo l’impegno di avere organizzato e preso parte alle primarie di coalizione e ritiene doveroso invitare gli elettori e le elettrici di centrosinistra a partecipare al ballottaggio che domenica prossima vedrà opposti due candidati del Partito Democratico, Matteo Renzi e Pierluigi Bersani.
Il nostro capitale di voti non è proprietà di nessuno (se non delle singole persone che lo hanno esercitato) e nessuno può tirarci per la giacchetta, ma è evidente che in vista del ballottaggio occorre un’indicazione chiara da parte dei gruppi dirigenti locali e nazionali.
Il primo caposaldo è valorizzare la coalizione di centrosinistra per un governo di alternativa reale; quell’alternativa che si può intravvedere nella Carta d’intenti, documento al quale ci atteniamo come collante minimo ma che va riempito di idee e contenuti in discontinuità con le politiche economiche e sociali liberiste.
Da questo punto di vista – pur non risparmiando al Partito Democratico una critica severa rispetto all’approvazione di provvedimenti inefficaci e ingiusti emanati dal Governo Monti sui quali chiediamo che il prossimo esecutivo intervenga cambiandone radicalmente il segno – crediamo che Pierluigi Bersani possa fornire maggiori garanzie, competenze e serietà rispetto a Matteo Renzi e alla vocazione maggioritaria di “veltroniana” memoria che questi imporrebbe al PD qualora prevalesse, segnando di fatto la fine dell’esperienza del centrosinistra per come l’abbiamo conosciuta finora.
Ma, come ha scritto Barbara Spinelli su La Repubblica, Vendola rappresenta “un’idea diversa di sviluppo e risanamento” e anche l’esigenza di “un’Europa più politica e davvero federale”; dunque quel che pretendiamo è che questo punto di vista critico e costruttivo pesi adeguatamente nella coalizione di centrosinistra, a partire dalle proposte precise e concrete che sono contenute nel nostro programma, anche al fine di superare definitivamente l’esperienza del Governo Monti e delle politiche “montiste” che in sintesi significa mettere al centro la giustizia sociale e ambientale e il paradigma rivoluzionario dei beni comuni.
Non voteremo Matteo Renzi, inoltre, perché l’abbiamo ascoltato ma non ci ha convinto mentre si allineava a Marchionne senza se e senza ma, votava no al referendum per l’acqua pubblica, adottava la proposta Ichino sul mercato del lavoro, intendeva la cultura solamente come uno strumento accessorio e non come l’asse strategico attraverso il quale contrastare la crisi, creare occupazione di qualità e riqualificare il Paese, bocciava la patrimoniale e contemporaneamente cenava a porte chiuse con i finanzieri.
Ciò detto, e quindi esprimendo un sostegno da verificare alla prova dei fatti per Bersani, crediamo che non sia possibile trascurare il consenso di cui ha goduto Renzi nelle cosiddette “regioni rosse” e nella provincia di Modena in particolare; perciò, a partire dal 3 dicembre, sarà il momento di mettere in discussione scelte e metodi di governo che in questi territori e nelle amministrazioni locali sono ormai criticati dalla maggioranza dell’elettorato di centrosinistra, promuovendo maggiore collegialità nella coalizione, migliore selezione della classe dirigente, modalità partecipative reali che coinvolgano i cittadini sulle scelte che li riguardano, in sintesi quella visione politica e quella tensione culturale che erano il perno del riformismo emiliano e in assenza delle quali non si potrà pensare di campare di rendita ancora a lungo, e su questo il primo terreno locale di confronto sarà l’elaborazione del nuovo PSC del sistema urbano di Modena.
(Comitato modenese per Vendola – Assemblea Federale Sinistra Ecologia Libertà)