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Legge Regionale per l’occupazione: i risultati in Commissione

Una legge passata ai raggi x, su un tema, quello del lavoro, pesantemente condizionato dalla crisi economica di questi anni. Con voto a maggioranza, astenute le opposizioni, la commissione “Statuto e regolamento” ha espresso parere positivo sui contenuti della relazione di Giunta che attua la clausola di valutazione sulla legge su “Norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro (L.R. 17/2005 ). I commissari hanno dunque ritenuto che la relazione della Giunta consenta una piena comprensione sull’efficacia e in generale sugli effetti che la legge regionale ha avuto per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Alla valutazione di metodo, è seguita quella sui contenuti da parte anche della commissione “Turismo cultura scuola formazione lavoro sport”, con gli interventi di Monica Donini (Fds), Mauro Manfredini (Lega nord), Paola Marani (Pd) e del presidente Giuseppe Pagani (Pd).

La legge regionale 17/2005 definisce un insieme di politiche attive per il lavoro, alla cui concreta attuazione ha pesantemente interferito la grave situazione di crisi economica ed occupazionale. Dall’8 maggio 2009, quando fu firmato con le parti sociali il “Patto per attraversare la crisi”, al dicembre 2011, quando la Regione ha siglato il “Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, il contesto socio-economico non ha fatto che aggravarsi; perciò, le politiche per il lavoro attuate dalla Regione nell’ultimo triennio sono state finalizzate a fronteggiare e contrastare gli effetti locali della crisi economica internazionale. Nel biennio 2009-2010, in questa Regione si è registrata una contrazione di 44.000 occupati, e sono stati soprattutto i giovani a pagare il prezzo della crisi, con i loro contratti a termine che si concludono alla scadenza senza rinnovo oppure in via anticipata. I disoccupati a fine 2011 erano 110.000, il 5,3% della popolazione attiva; fra chi ha meno di 35 anni, la disoccupazione è pari al 10%, quasi il doppio rispetto al 2008.

La relazione che illustra l’attuazione della legge regionale focalizza l’attenzione sui seguenti punti: la qualificazione del contratto di apprendistato e del tirocinio formativo; la promozione e l’incentivazione del lavoro stabile; gli strumenti per la conciliazione tra tempo di lavoro e famiglia; il collocamento mirato e l’inserimento al lavoro delle persone con disabilità; le prestazioni raggiunte dai 41 Servizi per l’impiego attivi sul territorio regionale; gli interventi per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Ecco alcuni dati.

Le comunicazioni di assunzioni con contratto di apprendistato sono state 31.615 nel 2009, 34.504 nel 2010 e 36.023 nel 2011; la quota di giovanissimi (minori di 18 anni) è progressivamente scesa, in questo triennio, passando dal 10,7% del totale al 5,5%,

Il numero di tirocini avviati ha oscillato fra le 13.775 unità del 2009, le 12.648 del 2010 e i 15.053 del 2011; più interessante il dato sulla percentuale di occupati a conclusione del tirocinio, progressivamente scesa dal 70,7% al 65,2%, al più recente 56,2%, confermando quanto sia negativo l’impatto della crisi economica.

Si sta accentuando l’insicurezza contrattuale e reddituale per una fascia rilevante di lavoratori, in prevalenza giovani, donne e soggetti con svantaggio sociale (lavoratori con oltre 50 anni, ex tossicodipendenti, ex carcerati, monogenitori con figli a carico, ecc.). Sono state presentate domande per la stabilizzazione di 1.553 lavoratori, ne sono state ammesse 923, le altre 630 sono state escluse dagli incentivi regionali (nella maggior parte dei casi, perché i contratti proposti garantivano meno di 10.000 euro lordi annui). L’incentivo ha mostrato di avere un’efficacia, seppure limitata, nell’aumentare la propensione ad assumere in forma stabile.

Quanto alle misure per conciliare tempi di lavoro e tempi di cura, della formula del “voucher conciliativo” hanno beneficiato 500 famiglie nel 2009, 926 nel 2010 e 948 nel 2011.

Gli interventi formativi finalizzati a rafforzare una cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro sono stati rivolti a: lavoratori stranieri, stagionali del settore agricolo, piccoli imprenditori, lavoratori autonomi e parasubordinati, giovani con meno di due anni di esperienza lavorativa, rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza, presidi e dirigenti scolastici, direttori e insegnanti degli enti di formazione professionale.
















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