“Bene la smart city, ma le città devono essere messe in grado di investire su priorità come questa. Il Governo lo sa. È il momento del coraggio. Il Governo dica quali territori possono partire nella competizione, quali investimenti Smart sono necessari e prioritari, quali investimenti vanno fatti subito. Non possiamo morire attendendo il pareggio di bilancio. Per le tecnologie, ci vuole una visione politica per decidere cosa farne. Impariamo ed ispiriamoci al nostro Rinascimento. Anche senza prìncipi”.
Lo ha detto oggi a Bologna il sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci, Graziano Delrio, intervenendo al convegno ‘Pianificare la smart city: verso un’integrazione delle politiche urbane’, che ha concluso la manifestazione Smart City Exhibition 2012 al quartiere fieristico.
“Mi ha fatto piacere – ha aggiunto Delrio – leggere la recente classifica delle città Smart, ma le città hanno oggi troppi vincoli. Non bastano la visione e l’agenda sul tema, quando le nostre città non possono investire e non possono accendere mutui per i limiti posti dal Patto di stabilità. E questo il governo lo sa bene. Mettiamo allora in agenda il cambiamento e il tema della nostra capacità di muovere investimenti.
Noi sindaci cerchiamo, tra mille difficoltà, di costruire partnership pubblico-privato, ma se non si capisce che il Sistema Paese è fatto dalla competizione tra aree metropolitane e che le aree metropolitane possono attrarre ricchezza, si passerà dalla stagione di entusiasmo dei cittadini a quella del cinismo. Non basteranno più le promesse”.
“Le città – ha proseguito Delrio – sono il motore dello sviluppo: il 60 per cento dell’innovazione mondiale viene fatto nelle prime 30 città. Siamo a un bivio: le città possono essere un’opportunità, perché ‘l’aria della città rende liberi’ dicevano i giuristi medievali tedeschi, oppure rinchiudersi su se stesse. Il limite da superare in Italia si chiama ‘capacità di cambiare’. Lo sviluppo di un Paese dipende dalla competizione tra le città e dalla cooperazione istituzionale. Il change management è la sfida delle smart cities, ma per indurre cambiamento ci vogliono livelli semplificati di amministrazione. In questo senso, se la riforma delle Province verrà portata in fondo potrà aiutare in una visione chiara di chi fa a cosa, chi ha la responsabilità”.
“Investire nell’ammodernamento della Pubblica amministrazione, nella Mobilità sostenibile, nel Welfare, sono precondizioni della gestione del cambiamento, ma le città debbono essere libere di investire.
“Si nota invece – ha concluso Delrio – una cultura centralista che sta fortemente riavanzando, e questo quando in Italia ci sono 7.900 comuni su ottomila sotto i 200mila abitanti. Le città stanno producendo un’elaborazione progettuale importante. Su 4mila Comuni europei che partecipano al Patto dei sindaci, duemila sono italiani. Al Piano delle città sono stati presentati oltre 400 progetti, metà dei quali parlano di riqualificazione urbana e non di consumo del territorio: quei progetti valgono 15 miliardi, mentre il Governo ha messo a disposizione solo 50 milioni”.