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Modena, Walter Siti e Beppe Cottafavi presentano “La scrittura e la grazia: Pasolini lettore di Delfini”

“Nella goffaggine di Delfini c’era sempre qualcosa di virgineo: egli dissacrava un intero modo di vivere, ma appunto perché la sua dissacrazione era così totale egli sentiva il bisogno di vergognarsene (…). Egli è lo scrittore aggraziato per definizione, ma mai grazia costò sacrifici così grandi. Egli ha dovuto difenderla con le unghie e contro tutti i suoi contrari, che in letteratura sono molti”. Con queste parole Pier Paolo Pasolini ricordava, a Modena, Antonio Delfini a pochi mesi dalla morte, in un convegno-commemorazione voluto dall’allora sindaco Rubes Triva.

E al tema “La scrittura e la grazia: Pasolini lettore di Delfini” è dedicata, giovedì 25 ottobre alle 21 in corso Canalgrande 103, la terza e ultima serata del ciclo “La parola a Delfini”. Nella sala conferenze della biblioteca civica che porta il nome dello scrittore modenese, Walter Siti e Beppe Cottafavi approfondiranno una pagina meno nota della biografia delfiniana: il rapporto con Pier Paolo Pasolini, che molto si spese per assegnare all’autore modenese il premio Viareggio postumo del 1963.

Al convegno voluto da Triva per onorare l’autore modenese, che si svolse il 27 ottobre 1963, intervennero, oltre a Pasolini, personalità della letteratura italiana come Alfonso Gatto, Carlo Bo, Carlo Emilio Gadda, Giuseppe Bassani, Giorgio Bassani. “Per arrivare alla sua pagina, che è pagina di classico”, prosegue Pasolini nell’intervento, registrato negli atti del convegno, “doveva trovarsi continuamente nello stato dell’apprendista, dello scolaro, del clandestino, del dilettante. Quanto forzato masochismo per pagare l’assolutezza dolcemente aggressiva con cui disegnava i suoi personaggi nel fondo assoluto del tempo! Quante anticamere per ottenere un sorriso, contagioso, radioso, di Stendhal, o di Mozart!”.

Modenese di nascita e romano di adozione, Walter Siti è il massimo esperto di Pier Paolo Pasolini e ne ha curato l’opera completa per i Meridiani Mondadori. Accanto all’insegnamento universitario e alla critica letteraria e televisiva, si è dedicato alla narrativa: con “Troppi paradisi” (2007) ha completato una trilogia di “autobiografie fittizie” iniziata nel 1994 con “Scuola di nudo”. Ha poi pubblicato “Il contagio” (2008) e “Resistere non serve a niente” (2012). Per i temi forti, esplorati con grande sapienza letteraria e altrettanta crudezza, i suoi romanzi sono sempre casi editoriali. La fiction si mescola a fatti e personaggi reali raccontati senza reticenze, siano essi siano ambienti estremi o compromessi, dal sesso a pagamento al sottobosco televisivo dei reality. Beppe Cottafavi, editor, tra gli altri, di Edmondo Berselli, Francesco Guccini, Corrado Guzzanti, Pier Luigi Celli, Zucchero, Fabio Volo, ha ideato grandi successi editoriali. Ha diretto la rivista “Comix” e lavorato per Rai 2 con Carlo Freccero. Recentemente ha ideato e curato l’antologia di racconti “Alziamo da terra il sole. Parole per l’Emilia”, i cui proventi saranno devoluti alla Biblioteca di Mirandola danneggiata dal sisma.

Antonio Delfini (1907 – 1963) è ritenuto il più grande scrittore modenese del Novecento. Autore-personaggio dalla biografia leggendaria, fu amato dai poeti e dagli artisti ma rimase imprendibile e segreto: “tutti ne parlavano, nessuno lo conosceva”, scrive il critico Carlo Bo ancora nel 1997, così che Delfini resta “un mistero impenetrabile, non soltanto per gli altri, ma anche e soprattutto per se stesso”.

Delfini (Modena, 1907-63) ha conosciuto in vita una storia editoriale avventurosa, consegnata a piccole riviste, autoedizioni, numeri unici e persino manifesti murali: come quello “All’editore Guanda”, del 1962, in cui rimprovera l’amico di un tempo di aver tradito Modena trasferendosi a Parma. A questo destino forzatamente minore non si sottrae il suo libro più celebre, “Il ricordo della Basca”, stampato dal piccolo editore fiorentino Parenti nel 1938, poi da Nistri-Lischi nel 1956 (con una bellissima Introduzione giudicata il suo capolavoro) e infine, postumo, da Garzanti nel 1963, con il titolo “I racconti” (premio Viareggio alla memoria). In bilico tra esperienza vissuta e fantasticheria, la scrittura di Delfini racconta una storia personale tormentata e un rapporto ambivalente con la città natale, sempre riconoscibile anche nella trasfigurazione letteraria.

Oltre agli appuntamenti pubblici, la biblioteca organizza in orario scolastico brevi lezioni su Delfini riservate alle scuole superiori (informazioni e prenotazioni allo 059 2032940).
















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