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Novi, l’Amministrazione Comunale ha identificato tre aree da destinare ai PMAP

L’Amministrazione Comunale, fin dal primo momento, ha identificato TRE aree da urbanizzare e destinare ai PMAP (prefabbricati modulari abitativi rimuovibili): Novi, S. Antonio, Rovereto.

Allo scopo di comunicare ala Regione il numero di PMAR totale si è provveduto ad incrociare il numero di persone fuori casa in base alle ordinanze di inagibilità degli immobili abitativi, il numero delle persone che avevano chiesto il Contributo di autonoma sistemazione, (CAS) le comunicazioni di cambio di domicilio e/o residenza pervenute all’ufficio demografico del Comune, nonché le risposte dirette dei cittadini sulla loro propensione verso la richiesta di PMAR o per l’autonoma sistemazione. Queste stime erano l’unica possibilità in quanto il censimento danni non era concluso ed i cittadini non erano quindi in condizione di prendere una decisione ponderata.

Al momento dell’avvio della gara della Regione per l’affidamento delle urbanizzazioni e per l’acquisto dei PMAR la stima del fabbisogno per il nostro Comune si è infine attestato a 350 moduli, suddivisi nelle tre aree individuate.

Il bando di gara prevede la suddivisione in “lotti” delle aree per consentire la partecipazione di più imprese e, di conseguenza, accorciare i tempi di realizzazione sia del PMAR che delle urbanizzazioni. I lotti individuati non sono divisibili a gara avviata, pena la possibilità di azzeramento di tutto il bando. Per il Comune di Novi la Regione aveva suddiviso in due lotti le aree: lotto Novi e S. Antonio, lotto Rovereto.

La gara della Regione è stata aperta con questa situazione e, contemporaneamente, abbiamo dato il via alle manifestazioni di interesse per i PMAR da parte dei cittadini. A questo punto molti di coloro che si erano espressi per il modulo hanno modificato il proprio orientamento e si sono dichiarati per l’autonoma sistemazione, cioè hanno confermato il Cas Protezione civile o chiesto ex novo il Contributo commissariale dell’importo aumentato fino a 900 euro al mese (CRAS).

A gara avviata, questa diversa modulazione delle richieste che sono passate da 350 PMAR stimati a 118 PMAR effettivi, l’Amministrazione si è trovata di fronte due possibilità:

• Confermare le tre aree e i 350 PMAR (riducibili come da bando di gara al massimo del 30%) con la conseguenza di urbanizzare inutilmente una vasta area di territorio e avere posizionati 127 moduli VUOTI.

• Togliere un lotto, quello contenente le aree Novi e S. Antonio, con un risparmio di 9 milioni di euro di costi a carico del conto per la ricostruzione, e portare a Rovereto i 118 PMAR.

Il lotto di Rovereto prevede il numero massimo di 192 (sempre riducibile del 30% quindi a 134 moduli) e risponde alle esigenze manifestate dai cittadini, tenendo un minimo di margine.

Noi abbiamo scelto di spendere onestamente il denaro pubblico, in questo caso il denaro per la ricostruzione, di chiedere il sacrificio ai residenti del capoluogo e di S. Antonio di spostarsi di alcuni km ma all’interno del proprio Comune, per il tempo necessario alla ristrutturazione delle loro abitazioni.

La diminuzione delle richieste di moduli in favore del CAS è stata tale anche negli altri Comuni del cratere, tant’è che sono stati modificati in tal senso per ben tre volte i volumi previsti dal bando, ma sempre, per obbligo legale, togliendo i lotti così come previsti.

Queste e null’altro, sono le motivazioni che hanno portato l’Amministrazione a scegliere l’opzione di rinuncia del lotto Novi-S. Antonio.

I PMAR, ad oggi, 9 ottobre 2012, richiesti dai cittadini sono 118 così suddivisi: Novi 45 – Rovereto e S. Antonio 73.

Ci hanno condotto a questa scelta i criteri del bando, una logica di minor consumo del territorio e un minor spreco possibile di danaro pubblico. Abbiamo comunicato al già convocato Consiglio Comunale, questa operazione che immediatamente è stata strumentalizzata dalle forze politiche di opposizione, in particolare dal gruppo PROGETTO COMUNE .

Questa strumentalizzazione ha aumentato, in particolare a Rovereto, la tensione e creato conflitto sociale , fomentando l’odio razziale, e i cittadini contro l’amministrazione. E’ bene che i cittadini sappiano che tutti i costi che la regione Emilia Romagna sostiene per i comuni terremotati vengono pagati dal fondo per la ricostruzione, utilizzato a finanziare: la costruzione delle scuole, le spese per gli alberghi, la messa in sicurezza degli edifici, il contributo per l’autonoma sistemazione, la costruzione dei moduli abitativi, i contributi a cittadini ed imprese per la ricostruzione delle case e delle attività produttive.

In un periodo così difficile per la nostra comunità, ci sono gruppi politici di opposizione come PROGETTO COMUNE, che agiscono per proprio interesse, creando ad arte ulteriore preoccupazione tra i cittadini nei confronti di altri cittadini di etnie diverse, nonostante fino a pochi mesi fa pareva che l’integrazione fosse uno dei punti cardine delle loro proposte di politiche sociali.

L’ Amministrazione non ha minimizzato i problemi conseguenti alla scelta logistica e non agisce contro l’interesse dei cittadini ne vuole tenere alta la tensione in un momento cosi’ difficile per tutti. Giunti ad un così alto conflitto sociale, pur nella convinzione che la scelta di tenere in una unica area i moduli sia quella migliore, si cercherà una soluzione con la Regione per dislocare i PMAR sui due centri, tenendo ben presente che questo comporterà sicuramente un aumento di costi non al momento stimabile.

















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