Sciopero nazionale venerdì 12 ottobre, per l’intera giornata di lavoro, del personale della scuola statale e non statale e degli enti formazione professionale, proclamato dal sindacato scuola Flc/Cgil contro i nuovi tagli alle risorse finanziarie decisi dal Governo con le misure della spending review.
In occasione dello sciopero si svolgerà il presidio della Flc/Cgil davanti alla Prefettura di Modena (viale Martiri della Libertà) dalle ore 9.30 alle 11. Una rappresentanza di lavoratori e sindacalisti sarà ricevuta dal Prefetto nel corso della manifestazione.
Nell’ambito dell’assemblea nazionale della Fiom/Cgil che si terrà a Modena nella stessa giornata di venerdì 12 ottobre presso il palazzo dello Sport presenti 5.000 delegati, è previsto l’intervento anche di un rappresentante del sindacato scuola Flc/Cgil sulle ragioni dello sciopero.
I tagli alla scuola si susseguono dal 2008 e sono circa 200 milioni di euro quelli che verranno sottratti ulteriormente con la spending review, con conseguenze inevitabili su qualità del servizio e sulle retribuzioni del personale docente e Ata.
Tra le altre motivazione dello sciopero, la Flc/Cgil dice no ad una norma indegna di un paese civile quale quella che obbliga i docenti inidonei all’insegnamento per motivi di salute, a transitare nei ruoli del personale amministrativo di segreteria. Da un lato, questa norma lede la professionalità del personale amministrativo – quasi che non sia necessaria nessuna competenza – dall’altro, mette in grave difficoltà docenti già provati da disagi personali, che con alta probabilità non riusciranno a reggere a questo tipo di lavoro.
Conseguenza di tale misura è anche il blocco delle immissioni in ruolo del personale Ata, nonostante anche a Modena vi siano 150 posti vacanti, coperti solo con supplenti annuali.
Flc/Cgil chiede inoltre l’apertura del tavolo per il rinnovo del CCNL di lavoro, scaduto il 31.12.2009 per adeguare le retribuzioni al costo della vita.
Sindacato e lavoratori chiedono la modifica della riforma Fornero sulle pensioni adeguandola alla specificità del comparto dove il personale ha un’unica finestra di uscita che è quella del 1° settembre di ogni anno, con il rischio di permanere un anno in più al lavoro se non si sono maturati i requisiti entro il 31 agosto.
La Flc/Cgil considera inoltre inaccettabile un concorso per il reclutamento del personale docente che esclude i giovani laureati dopo il 2002, che costa 130 milioni di euro allo Stato, che costringe i docenti già abilitati ad un’ulteriore prova, mentre sarebbe doveroso immettere in ruolo i 180.000 insegnanti precari in tutta Italia già presenti nelle graduatorie.