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Celebrazione 68° anniversario eccidio di Manno di Toano

Domenica 14 ottobre 2012 a Manno di Toano si terrà la celebrazione del 68 ° anniversario dell’eccidio di 11 partigiani sassolesi: Luigi Cervi, Nino Fantuzzi, Walter Gandini, Enrico Gambarelli, Clodoveo Galli, Alete Pagliani, Vittorio Roversi, Franco Spezzani, Mario Veroni, Vincenzo Valla, Walter Zironi.

Due pullman partiranno rispettivamente alle ore 8.15 dalla scuola Caduti per la Libertà di Borgo Venezia ed alle ore 8.30 da Piazza Risorgimento per recarsi sul luogo del massacro.

Presenzieranno i Sindaci di Sassuolo, Toano e Villa Minozzo oltre alla Presidente dell’ANPI di Sassuolo. Vi sarà una breve sosta per la posa di una corona al Muraglione di Baiso dove cadde il sassolese Nino Piccinini. Alle ore 10.00 a Manno si terrà la S.S. Messa, il corteo accompagnato dalla Banda comunale “la Beneficenza” e al termine la posa di una corona e i discorsi ufficiali.

Alle ore 12,30 sarà possibile fermarsi a pranzo a Farneta, previa prenotazione presso il Circolo Pagliani (0536/807115 cell. 349/5106878).

Giovedì 11 ottobre 2012 alle ore 20.30, in memoria dei caduti partigiani, sarà realizzata una serata sul tema della “guerra ai civili” e delle stragi nazifasciste, durante la quale sarà proiettato a cura di ANPI-Sassuolo nella Sala del Circolo “Alete Pagliani” a Borgo Venezia il documentario Rai, regia di Vera Paggi, “La malora- 18 marzo 1944”, il racconto della strage di Monchio , Susano, Costrignano e Savoniero attraverso le voci dei sopravvissuti.

Durante la serata sarà possibile firmare una petizione popolare al Parlamento perché apra un dibattito sulle stragi e impegni il Governo ad una trattativa con la Germania, per riconoscere ai famigliari delle vittime forme di riparazione delle violenze subite.

NOTE STORICHE

La sera dell’11 ottobre 1944 un forte contingente di tedeschi, circa 2000 uomini, coadiuvato da reparti della Guardia Nazionale Repubblicana e da elementi delle Brigate Nere, arrivando da diverse direzioni cercò di circondare lo schieramento di una parte della Brigata partigiana“Bigi”.

Una delle colonne tedesche, la quinta, oltrepassato il Secchia nei pressi del mulino di Corneto, si diresse verso casa Gatti a Manno di Toano dove era accantonato il distaccamento “Bertoni”, formato quasi esclusivamente da sassolesi.

A casa Gatti stazionavano 18 partigiani.

Poco prima dell’alba del giorno 12 ottobre, dopo aver eluso le pattuglie di guardia, favoriti dall’oscurità e seguendo una pista in un canalone noto solo ad alcuni elementi locali che li guidavano costretti dalle armi, piombarono su Casa Gatti circondandola.

Di guardia in quel momento si trovava Walter Zironi , sassolese, che fu il primo ad essere ucciso.

Alcuni dei partigiani riuscirono a salvarsi fortunosamente, fuggendo o nascondendosi.

Dieci giovani partigiani, sorpresi nel sonno, mancando dell’esperienza necessaria in quei frangenti data l’ età, si arresero:

Luigi Cervi (18 anni), Nino Fantuzzi (20 anni), Enrico Gamberelli (24 anni) Walter Gandini (20 anni), Alete Pagliani (22 anni), Vittorio Roversi (19 anni), Francesco Spezzani (18 anni), Vincenzo Valla (34 anni), Mario Veroni (24 anni ) sassolesi e Clodoveo Galli (43anni) di Gorizia.

Quattro vennero fucilati sul posto; gli altri sei furono condotti a Villa Gherardini di Manno dove furono torturati orrendamente e poi impiccati ad alcuni alberi con fili di ferro strappati dai filari delle viti.

Scrive Ottavio Tassi nelle sue Memorie: «Alla notizia dell’immane tragedia che tanto duramente colpiva undici famiglie sassolesi, un’altra se ne aggiungeva a rendere ancora più cocente il dolore dei resistenti e dei congiunti delle vittime: quella che fra gli assassini dei partigiani vi fossero dei fascisti di Sassuolo…Parecchi nomi furono fatti in un primo tempo circa le spie che avevano guidato i tedeschi, così come furono fatti i nomi di alcuni sassolesi quali complici degli assassini, ma poi, per ragioni che mi sfuggono, al processo che fu celebrato di fronte alla Corte d’Assise di Reggio Emilia tutti i testi d’accusa si smentirono e si trincerarono dietro la opportunistica “incertezza”. Ancora oggi, a oltre venti anni di distanza dall’eccidio, preferiamo credere che le accuse non fossero vere, perché sarebbe doloroso dovere ancora odiare».

Così commentarono gli assassini in una lettera del 10 novembre 1944 indirizzata dai nazisti al Comando provinciale della Guardia Nazionale Repubblicana di Modena (pubblicata sulla Gazzetta di Modena, il 25 aprile 1947) :

«Durante la settimana dall’8 al 14 ottobre u.s., le truppe tedesche, in cooperazione coi reparti della Guardia Nazionale Repubblicana e delle Brigate Nere hanno inflitto delle perdite considerevoli ai partigiani. Questo successo contro i fuorilegge è dovuto alla buona collaborazione e al cameratismo delle unità tedesche e italiane che vi hanno partecipato. Esprimo a tutti i reparti che hanno preso parte a queste operazioni la mia riconoscenza, anche in nome del sig. Feldmaresciallo, sperando che pure nell’avvenire combatteremo con uguale spirito contro il vile nemico».

Firmato Maelzer, tenente Generale.

















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