Una vicenda di violenze dai contorni primordiali quella di cui, per troppi anni, è rimasta vittima una 40enne cittadina marocchina residente a Scandiano, i provincia di Reggio Emilia, che ora si spera possa trovare la giusta tranquillità! Il divieto di dimora non è infatti bastato per porre fine agli ai gravi atti persecutori posti in essere dall’ex che ora è finito in carcere. Il GIP del Tribunale di Reggio Emilia accogliendo le richieste della Dott.ssa Maria Rita Pantani, Sostituto presso la Procura reggiana titolare dell’inchiesta, che ha condiviso le risultanze investigative dei Carabinieri di Scandiano, ha disposto che l’uomo fosse condotto in carcere , cosa che è stata fatta dai carabinieri di Scandiano che ieri sera hanno arrestato il 45enne.
Una storia si diceva dai contenuti primordiali in quanto la vittima, costretta a sposare la causa delle sue sventure su imposizione dei familiari, ha fatto una vita coniugale, nel corso della quale la coppia ha avuto due bambini, ricevendo soltanto umiliazioni e molte violenze. Nel 2010 la fuga della donna che con i suoi due piccoli trova ospitalità in una struttura protetta. Valutata la gravità della situazione il Giudice nel novembre del 2010 emetteva il provvedimento di allontanamento dalla casa familiare dove la donna faceva ritorno. Le persecuzioni non sono terminate e così la Procura reggiana accogliendo le richieste dei Carabinieri scandianesi richiedeva ed otteneva il provvedimento cautelare del divieto di dimora che veniva emesso il 4 settembre scorso.
Un provvedimento che però ai primi di ottobre l’uomo ha violato presentandosi sul posto di lavoro del’ex. “T’ammazzo, non ti farò più vivere, sarò la tua ombra”, queste in sintesi il tono delle minacce proferite all’impaurita donna che fuggiva rifugia dosi dai carabinieri che intervenivano rintracciando l’uomo. L’ennesima condotta violenta peraltro portata a compimento in spregio dei provvedimenti del Giudice ha indotto i carabinieri scandianesi ha segnalare l’accaduto alla Procura reggiana che nella persona della D.ssa Maria Rita Pantani, titolare dell’inchiesta, chiedeva ed otteneva in tempi record l’odierno provvedimento restrittivo che ieri ha visto i carabinieri arrestare e condurre in carcere il marito padrone.