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Lunedì in consiglio comunale a Modena il Comitato Modenese per l’Acqua Pubblica contro la fusione HERA ACEGAS APS

Lunedì 8 ottobre alle ore 15.45 il Consiglio Comunale di Modena si riunisce per votare la fusione tra HERA e ACEGAS-APS, anche noi saremo presenti alla seduta per evidenziare la nostra opposizione a una operazione che consideriamo un altro colpo all’esito dei  referendum dello scorso anno, quando la maggioranza assoluta degli italiani si è espressa in modo inequivocabile contro la possibilità di fare profitti con l’acqua e a favore della ripubblicizzazione del servizio idrico integrato.

Con la fusione HERA-ACEGAS APS, il ruolo dei territori nella gestione dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali si ridurrebbe ancora di più, consegnando un patrimonio gestionale, organizzativo, professionale e infrastrutturale ad un sistema finanziario di dimensione nazionale e internazionale che lo allontana dalla  gestione pubblica locale.

A rischio c’è anche il mantenimento della maggioranza del capitale azionario in mano agli Enti Locali. La delibera in votazione lunedì propone, infatti, la modifica dell’art.7 dello Statuto del gruppo, per permettere l’ingresso nel  Patto di Sindacato degli azionisti pubblici, che detiene la maggioranza del capitale azionario di HERA Spa, non solo agli Enti Locali (Comuni, Province o Consorzi di essi) ma anche ad“altri Enti o Autorità Pubbliche”. Questa norma permetterà l’ingresso del Patto di Sindacato del Fondo Strategico Italiano, che come nuovo socio si appresta ad entrare nella futura HERA ACEGAS APS.

Ma il Fondo Strategico Italiano NON può essere parificato ad un Ente Locale perché NON è espressione della volontà dei cittadini e NON ha alcun legame con il territorio. Si tratta  di una vera e propria banca d’affari, controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti, che non ha alcuna finalità pubblica ed opera per il  “raggiungimento di rendimenti di mercato, tramite la combinazione di dividendi e aumento di valore dell’investimento”.

Ora il Consiglio Comunale di Modena e quelli della provincia sono chiamati a rettificare la fusione e la modifica statutaria già decisi dal management di HERA, senza disporre né di tempi né di informazioni sufficienti per valutarne in modo approfondito la portata e le ricadute sul territorio e i servizi. Nessuna informazione sul progetto è stata data ai cittadini: l’unica assemblea pubblica sulla questione è stata organizzata il nostro Comitato giovedì scorso.

Siamo di fronte a una grave mortificazione per i consigli comunali e alla negazione della  democrazia: coerenti però con l’assunto dominante che a decidere su beni essenziali per la vita di tutti non debbono essere i cittadini e i loro rappresentanti, ma i “mercati”, i consigli di amministrazione, i loro super pagati manager , i gruppi ristretti di tecnici ed esperti.

Rinnoviamo l’appello ai consiglieri comunali, in particolare a chi è stato con noi nella battaglia referendaria, ad interpretare e a sostenere la volontà popolare, votando contro la fusione e la modifica statutaria, che non deve essere sottovalutata.

















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