“Più che di proroga parlerei di beffa” esordisce il Presidente di Coldiretti Modena, Maurizio Gianaroli riferendosi alle decisioni del Governo di prorogare il pagamento dei tributi delle imprese terremotate di soli 15 giorni. La disposizione del Consiglio dei Ministri, contenuta nel decreto sulla trasparenza che fissa nuove disposizione per il sisma del maggio 2012 in Emilia e che prevede un’ulteriore proroga del pagamento delle tasse dal 30 novembre al 16 dicembre, ha provocato la rabbia degli imprenditori della bassa modenese colpiti dal sisma.
“La delusione è grande – continua Gianaroli – dopo che il ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania aveva annunciato all’inizio di settembre uno slittamento oltre giugno 2013 per le aziende che hanno subito danni dal terremoto. Alla beffa rischia poi di aggiungersi anche il danno di dover pagare in una soluzione unica tutti i tributi, se non verrà prevista almeno una rateizzazione. Si tratta di una cifra complessiva superiore ai 400 milioni”.
Il rinvio-beffa – ricorda Coldiretti – è stato deciso insieme con alcuni provvedimenti positivi in particolare per i Comuni, come la non applicazione della spending review, la sospensione del patto di stabilità e, finalmente, dopo lunga attesa, la trasformazione in decreto del patto tra le Regioni colpite (Emilia Romagna, Lombardia e Veneto) della ripartizione dei fondi per il terremoto.”La nostra speranza – sostiene Gianaroli – è che questi fondi arrivino presto perché finora nessuna azienda agricola ha visto una lira e siccome l’attività agricola non si può fermare, molte aziende hanno fatto i primi interventi di tasca propria”.
Tantissime aziende – informa Coldiretti – con case, capannoni, magazzini, stalle e attrezzi danneggiati stanno facendo investimenti con proprie risorse come nel caso di Francesco Vincenzi a Mirandola (Mo), che ha acquistato sul mercato dell’usato mietitrebbie e carri raccolta per sostituire i mezzi rimasti sotto i capannoni crollati; Luca Poletti di Medolla (Mo), che ha abbattuto ricovero attrezzi, fienile e stalla pericolanti, sostituendoli con tensostrutture e riacquistato mucche da latte e attrezzature della stalla; Giuseppe Goldoni di Medolla (Mo), che ha messo in sicurezza e a norma sismica la parte di stalla non crollata, demolito le parti pericolanti, realizzato le fondazioni per la stalla nuova e acquistato attrezzature per mungitura, distribuzione mangime e letame.