Il giudice monocratico di Bologna Maria Luisa Benini ha assolto, perchè il fatto non sussiste, un imprenditore bolognese, D.R., che era finito a processo per omicidio colposo per la morte di un operaio specializzato a causa di un mesotelioma pleurico, malattia che può derivare dall’inalazione di amianto e che si manifesta dopo anni di latenza lasciando poche speranze.
Il dipendente, P.A., lavorò per sei anni, dal ’74 all’80 nell’azienda, e morì l’8 gennaio 2003 a 57 anni. Secondo il capo di imputazione che venne formulato, D.R. in qualità di legale rappresentante dell’azienda in cui lavorava loperaio, per colpa generica e specifica, aveva violato le norme in materia di igiene e sicurezza del lavoro. Il tetto dell’azienda che aveva sede a Cadriano, nel bolognese, era in eternit e – per l’accusa – rilasciava nell’ambiente fibre di amianto. Nel frattempo l’azienda ha cambiato proprietà e si è trasferita dallo stabilimento di Cadriano.
Ora è arrivata l’assoluzione, accolta – ovviamente – con soddisfazione dal difensore: ”Finalmente – ha commentato il legale – anche un giudice penale ha sancito la mancanza di responsabilità per i fatti al centro del processo, confermando così la pronuncia già emessa da un giudice civile. Oltre che soddisfatto a livello professionale, vista la delicatezza delle cause inerenti l’amianto, sono soddisfatto anche di aver potuto oggi dare tale notizia al mio assistito, malato da tempo e che nella sua vita ha sempre trattato i propri dipendenti come un padre”.