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Inaugurata ieri nella Rocca di San Martino la raccolta di fotografie “Bologna e gli anni delle stragi”

È stata inaugurata ieri, domenica 30 settembre 2012, nella sala d’Aragona della Rocca Estense di San Martino in Rio, la mostra fotografica “Bologna negli anni delle stragi”, che attraverso una selezione di 100 foto scattate dai fotografi del tempo documenta momenti legati alle stragi dell’Italicus (1974), Ustica (1980), 2 Agosto alla stazione di Bologna (1980), Rapido 904 o “Strage di Natale” (1984), e l’influenza che esse hanno avuto sui costumi della società italiana.

Alla cerimonia inaugurale, svoltasi dalle 10,30, erano presenti l’ex presidente della Regione Emilia Romagna Lanfranco Turci, il sindaco di San Martino in Rio Oreste Zurlini, il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 Paolo Bolognesi, il presidente dell’Associazione parenti delle vittime strage di Ustica Daria Bonfietti e il fotografo Luciano Nadalini.

Presentando brevemente la mostra e i presenti, il sindaco Oreste Zurlini non ha mancato di esprimere ‹‹ soddisfazione all’idea di poter ospitare a San Martino in Rio una mostra tanto importante e significativa, non solo per gli avvenimenti tragici documentati attraverso le immagini, ma anche come testimonianza di un periodo che fu decisivo per la democrazia e di cui Bologna rappresentò la città-simbolo ››.

Zurlini, che dal ’76 all’‘85 in Regione ricoprì alternativamente la carica di consigliere e di assessore a Scuola e Tempo Libero nella giunta di Lanfranco Turci, custodisce un ricordo vivo delle ore concitate che seguirono la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, ‹‹ piene di caldo e rabbia, e della capacità che ebbe la popolazione di rispondere in modo aperto e deciso a quegli avvenimenti: la mano del presidente Pertini, appoggiata sul leggio dell’allora sindaco di Bologna Renato Zangheri durante i funerali delle vittime, è un simbolo forte e indelebile della volontà della democrazia a non arrendersi davanti ad avvenimenti così tragici ››. Il Sindaco ricorda poi di come quegli anni rappresentarono un momento dirompente anche per la cultura dell’epoca, che per il primo anniversario della strage vide appropriarsi migliaia di giovani delle strade del centro per ascoltare Carmelo Bene leggere brani della Divina Commedia dall’alto della Torre degli Asinelli.

‹‹ Aprire, comprendere e rilanciare, anziché richiudersi su se stessi, costituirono un atteggiamento determinante. Quello stesso atteggiamento è richiesto dalle fotografie esposte ai visitatori della mostra: la mostra non è lì solo per essere guardata, in alcuni momenti è lei a guardare te e a interrogarti su quelle domande che restano ancora senza risposta ››.

Come ha ricordato Luciano Nadalini, ‹‹ l’esposizione è frutto di un’iniziativa dell’Unione Fotografi Organizzati (UFO), di cui è rappresentante e che vede fotografi delle testate giornalistiche principali uniti dall’obiettivo di condividere con la propria città i propri archivi fotografici ››. Messa a disposizione delle comunità locali dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio del Comune, quale patrimonio documentale sulla storia dello stragismo italiano, la mostra è pronta a fare il giro dell’intero territorio italiano e fa la sua prima tappa “fuori- Bologna” proprio a San Martino in Rio.

Dal vasto catalogo si è deciso di selezionare 100 fotogrammi più rappresentativi, che nelle Sale del Teatro e delle Aquile si susseguono in una sorta di labirinto, quasi a voler simboleggiare le intricate e oscure vicende documentate: la strage dell’Italicus (1974), Ustica (1980), il 2 Agosto alla stazione di Bologna (1980), Rapido 904 o “Strage di Natale” (1984).

‹‹ Una mostra fotografica è bella perché sa fare storia, e a questo proposito anche le assenze sono particolarmente significative ››, ha dichiarato Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, che proprio riferendosi a quell’episodio sottolinea: ‹‹ della strage di Ustica non esistono foto dei funerali, perché non è stata riconosciuta come una strage in cui erano stati coinvolti 81 italiani. Solo nel ‘99, 18 anni dopo, abbiamo saputo che il DC9, un aereo civile, era stato abbattuto all’ interno di un episodio di guerra aerea di cui non si conoscono ancora gli autori. Solo nel 2007 le indagini sono state riaperte dopo che Francesco Cossiga iniziò a rendere pubblica la propria verità››.

Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 confessa di essere stato tra i primi a evitare i fotografi nei momenti successivi alla strage, tuttavia oggi ne riconosce l’importanza storica delle immagini scattate: ‹‹ la mostra “fa memoria”, aiuta a comprendere meglio ciò che successe allora, di là da piste e depistaggi sempre nuovi che per la strage della stazione di Bologna furono preparati addirittura mesi prima. Le associazioni non hanno mai smesso di analizzare questi avvenimenti per fare venire fuori tutta la verità, fondamentale per riuscire a rendere l’Italia un Paese diverso, migliore da quello che è oggi ››.

E sulla verità Bolognesi precisa: ‹‹ la verità storica è manipolabile, è importante invece che si arrivi a una verità giudiziaria. Sulle stragi si sa moltissimo, non si tratta di misteri, ma di segreti che è importante scoperchiare››.

Anche per Lanfranco Turci, che negli anni delle stragi era presidente della Regione Emilia Romagna, la mostra è ‹‹ Un’ottima iniziativa che è giusto portare in tutta Italia, un’occasione non solo per dimostrare solidarietà nei confronti dei familiari delle vittime, ma soprattutto per tener viva la coscienza che ci siano da chiarire ancora numerosissimi aspetti. Fui il primo amministratore ad arrivare sul luogo quando occorse la strage dell’Italicus, e arrivai alla stazione di Bologna quando l’aria era ancora piena di polvere, e ho pensato da subito che dietro queste stragi ci fossero poteri molto forti, al di là che le indagini si siano fermate agli esecutori materiali.

L’ex governante ricorda, infatti, come quegli episodi ‹‹ non riuscirono nell’intento di scoraggiare i movimenti democratici, e tuttavia indebolirono e determinarono cambiamenti nell’agenda politica del Paese. Turci rimarca quindi la necessità, ancor oggi, di fare luce su quegli avvenimenti – così come su altri che, seppur guidati da meccanismi diversi, sconvolsero e segnarono indissolubilmente la storia dell’Italia -: ‹‹ un Paese che non riesce ad arrivare in fondo alla verità su queste stragi è un Paese in cui democrazia e politica sono ancora troppo deboli ed è necessario che cambi qualcosa ››.

La mostra, a ingresso libero, resterà aperta fino a mercoledì 28 novembre.

Orari: sabato 10-12.30, domenica e festivi 10-12.30 15.30-18.30

In mostra catalogo e proiezioni multimediali

San Martino in Rio – Sala del Teatro e delle Aquile della Rocca Estense, Corso Umberto I, 22

Per info: Ufficio Cultura del Comune di San Martino in Rio, tel. 0522-636709

















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