La prima riunione del Consiglio dell’Unione dei Comuni dell’Area Nord si è consumata. All’interno di una autocelebrazione dell’efficienza emiliana nell’affrontare il sisma (non come dato assoluto ma relativamente alla presunta inefficacia di altre realtà in situazioni analoghe) sono stati sciorinati numeri e promesse. Entrambi difficilmente verificabili.
E’ stato confermato che il Contributo di Autonoma Sistemazione e i Moduli Abitativi Provvisori arriveranno, che i soldi per la ricostruzione basteranno, che verranno realizzate nuove infrastrutture rispettose del territorio e che anche quest’anno Babbo Natale scenderà dal camino per portarci i suoi doni.
Ci siamo sentiti dire che il rimborso “concesso nella misura massima dell’80% della minore somma tra importo dei lavori ammissibili e riconosciuti e quello ottenuto moltiplicando la superficie complessiva dell’unità immobiliare per un costo parametrico” in realtà, sommato alle detrazioni fiscali, corrisponde a ben più del’100% dei costi.
Insomma, questo terremoto sarà un affare.
Cosa abbiamo capito? Che la ricostruzione è un costo non preventivato ed il Governo vorrebbe non solo destinarvi meno risorse possibile, ma che noi si tornasse subito a pagare le tasse anche se casa, lavoro, scuole e ospedali non ci sono più o sono, e resteranno, precari per molto tempo; che Errani, in qualità di Commissario Straordinario, ha ottenuto il massimo possibile e che quello che manca dovremo metterlo di tasca nostra. Oppure svegliarci e pretendere dal Governo quanto realmente ci spetta per essere in condizione di ricominciare.
(Comitato Sisma.12 – ricostruire la bassa dal basso)