A quattro mesi dal sisma che ha devastato la Bassa modenese, i servizi agli anziani e ai disabili dell’Area Nord stanno pian piano tornando alla normalità.
Molte delle case-residenza per anziani e dei centri diurni, a causa dei danni subiti, erano infatti stati evacuati tra il 20 e il 29 maggio, spostando gli utenti in altre strutture sparse in tutta la Regione. Alcuni di questi servizi hanno già ripreso a funzionare nelle sedi originarie, come a Cavezzo, Mirandola e Finale Emilia, permettendo così agli utenti di rientrare vicino ai familiari e agli operatori di ricominciare a lavorare in condizioni di maggior serenità. In altri casi, il rientro avverrà entro l’anno, con tempi già definiti e certi come nel caso di San Felice sul Panaro.
Rimane invece ancora molto critica la situazioni della case residenza “R.Rossi” di Novi e “Villa Richeldi” a Concordia, dove gli oltre 100 utenti sono state trasferiti il 29 maggio presso altre strutture a Bologna, Piacenza, Reggio Emilia, Castelfranco e Maranello.
Ma se nel caso di Novi si è trovato una soluzione per garantire il servizio agli anziani e i diritti dei lavoratori, per Villa Richeldi a Concordia la situazione è molto più complicata.
I lavoratori e la FP/Cgil esprimono forte preoccupazione per questa situazione, anche alla luce del fatto che ad oggi i Comuni dell’Area Nord, l’ASP e la Cooperativa Gulliver non hanno ancora risposto alla richiesta di incontro del 5 settembre, incontro chiesto per conoscere quali siano le prospettive e i tempi di rientro nell’edificio.
“I lavoratori, in questi mesi – dice Giada Catanoso della FP/Cgil – hanno continuato a prestare servizio in condizioni molto difficili, sia dal punto di vista lavorativo che personale, essendo essi stessi cittadini terremotati, con situazioni familiari e personali a volte molte critiche. Per continuare a svolgere il proprio lavoro hanno dovuto raggiungere le sedi di Bologna e Castelfranco trovandosi cosi impegnati per 11/12 ore al giorno, pur essendo retribuiti per le sole ore di lavoro effettivo (7ore-7 ore e mezza)”.
La Cooperativa Gulliver, anziché convocare il Sindacato in risposta alla richiesta di incontro, ha deciso di comunicare in questi giorni ai lavoratori che da metà ottobre potrebbero non avere più a disposizione il pulmino per raggiungere la sede di lavoro a Bologna e non avere più il pagamento dell’indennità di trasferta e il rimborso chilometrico per coloro che utilizzano il mezzo proprio per recarsi a Castelfranco.
“Il perché è chiaro – dicono ancora dal Sindacato – ed è stato anche dichiarato: i costi sono eccessivi, non possono ricadere sulla cooperativa e sul resto dei soci. Pertanto si decide di farli ricadere direttamente sui lavoratori coinvolti, che rischiano di veder ridotta ancora di più la loro retribuzione, che verrebbe più che dimezzata. Oltre al fatto che la disponibilità del pulmino aziendale si era resa necessaria per garantire la sicurezza degli operatori, che lavorano su turni anche notturni, vista la distanza e i notevoli tempi di percorrenza, e che si rende ancora più necessario con l’arrivo della stagione invernale.
Riteniamo pertanto inaccettabile che si possa anche solo pensare di far ricadere i costi proprio sugli operatori che con la loro estrema disponibilità hanno fatto sì che in questi mesi agli anziani, già fortemente traumatizzati, fosse garantita almeno la continuità assistenziale”.
La Funzione Pubblica Cgil considera l’atteggiamento di Gulliver una ripetizione di una modalità di relazioni sindacali dove non è previsto il confronto proficuo con i rappresentati sindacali (RSA e OO.SS.).
“È la stessa modalità che ha portato, nei giorni scorsi, i lavoratori e la FP/Cgil a proclamare lo stato di agitazione nei centri socio-riabilitativi per disabili gestiti da Gulliver nei distretti di Sassuolo e Vignola – afferma Fabio De Santis della FP/Cgil – In queste situazioni sono serviti gli interventi dei Comuni dei distretti per raggiungere un accordo e scongiurare lo sciopero, nel frattempo proclamato per il 18 settembre scorso”. “Sembra chiaro che Gulliver voglia perseguire la strada dell’autosufficienza – prosegue il sindacalista – ritenendo di potere ben rappresentare le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori della Cooperativa. Mi sembra invece che il risultato che stia ottenendo sia quello di seminare apprensione tra i lavoratori per il proprio futuro, trasferimenti di servizi e di attività, modifiche contrattuali che riducono diritti e retribuzioni. L’intervento del sindacato a Sassuolo e a Vignola, è bene ricordarlo, ha impedito che oggi 17 lavoratori avessero una retribuzione più bassa del 30%”.
La FP/Cgil chiede pertanto a tutti i soggetti coinvolti di adottare tutte le azioni utili a definire in tempi brevi le prospettive di rientro nella struttura originaria, e nel frattempo a garantire alle lavoratrici e ai lavoratori la massima sicurezza e la piena retribuzione, come del resto è avvenuto, e sta ancora avvenendo per gli operatori dipendenti di ASP – ente pubblico – che si trovano nelle medesime situazioni.
Nei prossimi giorni il sindacato insieme ai lavoratori decideranno quali azioni mettere in campo per contrastare gli eventuali atti unilaterali da parte di Gulliver.