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Arrestato dai carabinieri a Reggio predone dell’oro rosso

Prima la tratta ferroviaria di Novellara, poi  Luzzara ed ora quella di Reggio Emilia. Non si arrestano le scorribande delittuose dei predatori dell’oro rosso che in questo caso però, grazie alle indagini dei carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Reggio Emilia, non sono riusciti ad assicurarsi l’impunità. I militari reggiani infatti, con l’accusa di tentato furto aggravato e possesso di strumenti da scasso, hanno denunciato alla Procura reggiana un 38enne casertano abitante in città, individuato quale responsabile dell’ultimo colpo portato a compimento nel tratto ferroviario lungo via J. Zannoni della frazione Masone di Reggio Emilia.

Se nei primi due colpi gli ignoti irresponsabili del furto di cavi elettrici oltre ad assicurarsi il prezioso oro rosso avevano mandato in tilt la linea ferroviaria con il blocco dei passaggi a livello, questa volta la segnalazione di guasto ha visto l’immediato intervento dei tecnici della Rete Ferroviaria Italiana e dei carabinieri, che da una parte hanno evitato inconvenienti e dall’altra la consumazione del furto.  Gli oltre 20 metri di cavi elettrici tranciati dal ladruncolo sono stai abbandonati dallo stesso di tutta fretta sul posto e quindi restituiti alle ferrovie che hanno lamentato un danno di circa 3.000 euro.

Il furto risale alla notte del 19 settembre scorso quando una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Reggio Emilia interveniva, unitamente ai tecnici della società Rete Ferroviaria Italiana, in Via Zannoni nella frazione Masone di Reggio, in quanto lungo la tratta ferroviaria erano stati asportati cavi elettrici di rame. L’intervento scaturiva a seguito di una segnalazione di guasto lungo quel tratto ricondotta all’azione furtiva. Sul posto gli operanti accertavano la presenza di una bicicletta e di uno zaino contenenti cavi elettrici abbandonati di tutta fretta, unitamente ad attrezzi da scasso (mazzetta di ferro, tronchese etcc..) dal malvivente fuggito a piedi. E mentre i cavi asportati, circa una ventina di metri, venivano restituiti ala R.F.I., il restante materiale compreso un marsupio contenente documenti vari veniva sequestrato dai carabinieri che avviavano le indagini.

Mentre la patente di guida risultava essere falsa, la carta d’identità risultava intestata ad un 38enne casertano residente in città che veniva convocato in caserma. L‘iniziale reticenza dell’interessato che a sua discolpa esibiva una denuncia di furto della propria bicicletta e del marsupio, col passare del tempo si affievoliva, tanto che lo stesso 38enne messo alle strette ammetteva le proprie responsabilità rendendo piena confessione. Oltre all’accusa di tentato furto e possesso di strumenti da scasso, si aggiungevano anche le accuse di simulazione di reato (per la falsa denuncia di furto della bici e del marsupio con i documenti ndr) e di falsità materiale commessa da privato per i possesso della patente falsa. Una prima denuncia che potrebbe presto portare ad un’importante svolta nelle indagini che da tempo i Carabinieri reggiani stanno conducendo su un fenomeno, quale quello del furto di rame, che anche nella provincia di Reggio Emilia sta assumendo dimensioni rilevanti grazie al fiorente mercato che vede da una parte numerosi ladri che depredano aziende, cimiteri e tratte ferroviarie e dall’altra compiacenti rottamai che acquistano rame ed ottone a 2 euro al chilo a fronte del prezzo di mercato che si aggira sui 7 al chilo.

Un primo importante tassello, dunque, che potrebbe presto arricchirsi di nuovi ulteriori elementi necessari ai carabinieri per completare il puzzle che potrebbe portare all’intera filiera del riciclaggio del rame rubato.

















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