Lo studio di fattibilità che si sta concludendo e che aprirà nuovi scenari ampliando l’attuale Unione del Sorbara anche ai Comuni di S.Cesario, Castelfranco e Modena la riteniamo una scelta quanto mai azzardata.
La legge del Governo Monti, che riordina gli enti locali e le Unioni, mina l’indipendenza degli stessi quando invece si dovrebbe lavorare per un nuovo modello di rilancio dei Comuni, troppo spesso marginalizzati e ricordati solo per tagli selvaggi di contenimento della spesa.
Le Unioni tra Comuni nel momento politico che attraversa il nostro Paese devono essere valutate attentamente: le semplificazioni o accelerazioni specie su queste materie possono incrementare la burocratizzazione, con un moltiplicarsi dei luoghi decisionali allontanando ulteriormente il controllo e il coinvolgimento dei cittadini dalle istituzioni.
L’attuale Unione del Sorbara poi non ha ancora risolto fino in fondo ed in modo efficace alcuni dei nodi presenti fin dalla sua nascita e riteniamo non più rinviabile una verifica dello stato dell’Unione stessa che preveda il coinvolgimento dei cittadini in primis ma anche dei dipendenti pubblici, troppo spesso dimenticati e messi di fronte al fatto compiuto.
Tale verifica, da anni promessa e mai svolta dalle Amministrazioni locali, è indice di difficoltà che occorre risolvere, e troviamo alquanto “spericolato” il passaggio da 4 a 7 come se l’allargamento dell’area in questione tolga le differenze presenti, cancelli le difficoltà irrisolte con un colpo di bacchetta magica.
Inoltre un territorio così vasto, che da Bastiglia corre fino a Castelfranco, passando per la città di Modena, crediamo sia difficilmente governabile sotto molti punti di vista rendendo la vita dei cittadini, fruitori dei servizi, ancora più complicata.
Rifondazione Comunista ritiene che il coinvolgimento dei cittadini non sia un fatto residuale di una cultura superata dalle esigenze del mercato, ma anzi occorra ristabilire il rapporto dialettico cittadini-istituzioni in un processo che li coinvolga nelle scelte fondamentali, facendo nascere un nuovo scenario di democrazia diretta che il Governo Monti nega a priori imponendo dall’alto le decisioni senza discussioni, neppure con la propria maggioranza Pd-UdC.PdL.
(Stefano Lugli – segretario Prc Federazione di Modena)