“Una priorità assoluta per il territorio e per il Paese”. In questo modo Confesercenti Modena definisce la lotta all’evasione fiscale. “In quanto – non manca di aggiungere l’Associazione – consente di recuperare le risorse necessarie sia per alleggerire la pressione fiscale che attualmente in termini reali grava per oltre il 55% sugli contribuentii onesti; sia per liberare risorse da destinare alla crescita. Ciò premesso gli interventi sul commercio relativi alla mancata emissione di scontrini se da un lato sono giusti, dall’altro accompagnati da un certo contenuto di spettacolarizzazione rischiano di additare presso l’opinione pubblica la categoria dei commercianti come l’unica responsabile del fenomeno”.
“Corre dunque l’obbligo evidenziare i dati stimati in merito alle principali aree di evasione fiscale, provenienti da più fonti. Le quali attestano che l’evasione si annida nel commercio per il 10,8%, nell’artigianato per il 9,4%, tra i professionisti per il 7,5%, nel lavoro dipendente per il 7,2%. Mentre la parte preponderante è riconducibile agli industriali per il 32,7% e bancari assicurativi per il 32,2%. Con un volume di evasione che raggiunge i 120 miliardi l’anno”.
“È dunque evidente che l’azione di contrasto va condotta in modo deciso e a largo spettro, sfruttando a pieno le nuove strumentazioni conoscitive tecnologiche messe a disposizione delle autorità competenti”.
“Auspichiamo – conclude Confesercenti – che questo sia il criterio che nel nostro paese sta guidando la lotta all’evasione fiscale. In altre parole se è vero che i commercianti debbono rilasciare gli scontrini e vanno sanzionati se non lo fanno, diventa però oltremodo necessario intervenire contestualmente in ogni settore che produce evasione e, ci permettiamo di evidenziare, partendo da quelli in cui l’evasione si annida in modo preponderante”.