“Il decentramento delle competenze nell’ambito della salute e sicurezza del lavoro, ulteriormente rafforzato dalla normativa del 2008, è una scelta irreversibile che può contribuire a ridurre sensibilmente gli infortuni sul lavoro, dando seguito a una tendenza già in corso, solo in parte dovuta all’incidenza della crisi economica”. E’quanto ha affermato Giorgio Graziani, segretario generale della Cisl dell’Emilia Romagna, prendendo parte all’audizione che la Commissione del Senato sugli infortuni sul lavoro ha promosso oggi presso la Prefettura di Bologna. Nello stesso tempo, il massimo dirigente regionale della Cisl, ha espresso apprezzamento per l’approccio e le modalità adottate dalla stessa Commissione parlamentare, votate all’ascolto e al “pieno riconoscimento del ruolo della Regione e delle parti sociali regionali nell’implementazione di un sistema di governo della salute e sicurezza sul lavoro”.
Gli stessi dati degli ultimi anni sembrano indicare come, per molti versi, si sia sulla strada giusta. Difatti, si assiste a una riduzione del fenomeno degli infortuni e delle morti sul lavoro, anche se la stessa Cisl ribadisce con forza come l’obiettivo per il quale serve l’impegno di tutti è e deve essere quello di raggiungere zero “morti bianche” (tabella 2 – il dato del 2012 è una stima in cui sono stati ricompresi i 17 morti sul lavoro causati dal sisma).
Lo stesso aumento delle malattie professionali denunciate in regione (tabella 3), rileva non solamente un aumento strettamente associato all’intensificazione dei ritmi lavorativi, ma anche la sensibilizzazione dei datori di lavoro, dei sindacati, dei lavoratori, dei medici di famiglia e dei patronati, che ha sicuramente dato il via all’emersione di queste malattie, attenuando lo storico fenomeno di sottodenuncia (dovuto sia ai lunghi periodi di latenza di alcune patologie, sia alla difficoltà di dimostrarne il nesso causale con l’attività lavorativa svolta).
Per questi motivi, per la Cisl sarebbe un errore rimettere in discussione il ruolo svolto dalla Regione attraverso le Aziende USL e gli SPSAL, in particolare in materia di lavoro, ritenendo questa funzione fondamentale per fare prevenzione. Ma per fare questo è necessario investire maggiormente nel coordinamento sul territorio dell’azione delle AUSL, potenziandone i controlli e l’azione di sostegno alle imprese e ai lavoratori, nonché investendo sul coordinamento tra AUSL, parti sociali, direzioni territoriali del lavoro, prefetti e forze dell’ordine, verso un “fare sistema per la legalità”. Ciò può essere realizzato a partire dalla ricostruzione nelle aree colpite dal sisma, dando concreta attuazione ai protocolli già definiti a livello regionale e provinciale.
Altro passo fondamentale, per il sindacato di via Milazzo, sarebbe quello di attuare pienamente l’avanzatissima legislazione nazionale, ancora “al palo” per alcuni aspetti fondamentali, tra i quali : la messa a disposizione dei dati relativi al fenomeno ad aziende e lavoratori; la qualificazione delle aziende che lavorano negli appalti, spesso meno propense ad investire sulla salute e sicurezza dei lavoratori, specie laddove la logica prevalente di assegnazione dei lavori è quella del massimo ribasso.
Infine, lo stesso Graziani ha sottolineato “l’importanza che le parti sociali possono svolgere attraverso gli organismi paritetici e gli enti bilaterali, strumenti di partecipazione e azione diretta di sindacati e associazioni datoriali, cui il d.lgs. 81/08 assegna, tra le altre cose, il ruolo fondamentale di monitorare l’effettuazione della formazione ai lavoratori e ai loro rappresentanti nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni”.
ALCUNE TABELLE DI SINTESI