La presentazione di un libro che insegna a decrittare e disvelare messaggi sessisti più o meno nascosti nelle immagini pubblicitarie, e una conferenza – spettacolo sul tema “tabù” delle mestruazioni. Sono gli ingredienti di una serata di donne, dedicata alle donne, ma non per questo per sole donne, organizzata dal Cdd (Centro documentazione donna) di Modena domenica 29 luglio alle 21 ai Giardini ducali, nell’ambito dell’Estate modenese.
Si incomincia, dopo l’introduzione di Vittorina Maestroni, che del Cdd è presidente, con un dialogo tra le due autrici del libro “Bellezza femminile e verità, modelli e ruoli nella comunicazione sessista”. Judith Pinnock e Serena Ballista presenteranno il volume edito da Lupetti, che raccoglie anche l’esperienza di laboratori svolti nelle scuole, proiettando immagini e leggendo brani.
Il libro è stato concepito e realizzato per chiunque voglia imparare ad osservare criticamente la pubblicità per individuare i messaggi sessisti e dribblare i pericoli che ne derivano. Insegna in modo dettagliato a riconoscere quando una comunicazione commerciale dà un’immagine lesiva delle donne e degli uomini e della relazione che li lega. Lo scopo ultimo è contrastare la violenza di genere, intesa anzitutto come discredito o delegittimazione che cancellano il diritto di vivere una piena cittadinanza femminile.
Alle 22 circa inizia invece “Corpi impuri”, una conferenza – spettacolo di e con Marinella Manicardi sul tema delle “mestruazioni tra scienza, religione, superstizione, letteratura e pubblicità con le ali”.
Si tratta di uno spettacolo lieve su un fenomeno naturale e censurato. “Come mai le protagoniste di romanzi, pièce teatrali, film o telenovelas non hanno mai ‘le loro cose’?”, si chiede l’autrice e protagonista. “Mia madre non faceva la conserva in quei giorni, diceva che il pomodoro inacidiva, e se non eri ‘a posto lì’ non potevi neanche fare la comunione”. “E perché la pubblicità degli assorbenti mostra sempre un liquido azzurro. Azzurro?!”, continua a chiedersi Manicardi. “Possiamo descrivere e rappresentare il sangue delle ferite, delle trasfusioni, del cuore di Gesù, di Biancaneve, mangiare carne al sangue, ma “quel disturbo” rimane un tabù, anche nelle parole. Non si rappresenta e non si dice. Gli esempi sono rarissimi. Perché? Non ci sono nemmeno barzellette. O quasi”.
Corpi impuri si annuncia come un confronto buffo ma serrato su due nodi: la rappresentazioni del corpo femminile tra scienza e religione e il concetto di sporco e pulito, con in mezzo la vita delle donne.