Questa mattina negli uffici dell’Assessorato all’Ambiente della Provincia il Gruppo Iren ha formalmente depositato il progetto preliminare per la realizzazione dell’impianto di Trattamento meccanico biologico (Tmb). Con la consegna avvenuta oggi ci sono ampie condizioni per il rispetto dei tempi previsti per l’analisi del progetto (che contiene anche una variante urbanistica normativa) e per la fase di cantiere, così che l’impianto possa essere avviato entro il luglio 2015.
Il progetto rispetta le condizioni indicate dalla Provincia di Reggio Emilia e dai Comuni: localizzazione in un’area già classificata come produttiva e pertanto senza trasformazione di suolo agricolo; installazione delle migliori tecnologie disponibili; recupero di materiale da rifiuto residuo da destinare a riciclaggio.
Per definire le ulteriori indicazioni che gli Enti locali potranno dare per migliorare il progetto e per esercitare pienamente il proprio ruolo di pianificazione e controllo dei servizi ambientali, l’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia ha anche emanato un bando per acquisire competenze “indipendenti” specializzate nella progettazione e nell’analisi di progetti finalizzati al riciclaggio dei rifiuti (importo complessivo 20 mila euro, Iva inclusa) allo scopo di rendere il Tmb una vera e propria “Fabbrica dei Materiali”, aumentando al massimo la selezione di materia riutilizzabile dal rifiuto residuo e minimizzando in termini di quantità gli scarti da inviare a smaltimento.
Il bando prevederà, in particolare, le seguenti analisi:
analisi del rifiuto residuo anche alla luce dell’aumento di raccolta differenziata deciso dagli Enti Locali (almeno il 67% nel 2015);
esame comparativo rispetto ad impianti (nazionali ed esteri) già indirizzati al massimo recupero di materiali dal RUR (rifiuto urbano residuo);
valutazione delle prestazioni e delle criticità;
individuazione di ipotesi migliorative degli schemi di flusso e dei bilanci di massa, corredate da valutazione dei costi-benefici, l’individuazione delle migliori tecniche disponibili (Mtd) con l’obiettivo del massimo recupero di materiali, da applicare al progetto definitivo;
congruità del quadro economico del progetto;
prospettive di mercato sui flussi recuperabili;
esame delle condizioni (tecniche, economiche, ambientali) di possibile impiego del biostabilizzato, come materiale tecnico, come materiale per il recupero ambientale e come ammendante; bilancio costi/benefici nella gestione dell’impianto.
Come anticipato alla stampa dal sindaco di Carpineti Nilde Montemerli, il nuovo bacino da realizzare nella discarica di Poiatica non ospiterà rifiuti non trattati ma, dal 2015, il materiale inerte biostabilizzato del Tmb. Lo studio avviato dalla Provincia di Reggio Emilia intende ridurre ulteriormente la quantità di questo materiale (ipotizzando altre ipotesi di riutilizzo), migliorandone inoltre la quantità. Fino a quel momento saranno usate le discariche attualmente autorizzate utilizzando i volumi ”risparmiati” grazie ai buoni risultati di raccolta differenziata di questi anni ed in sostituzione di rifiuti provenienti da fuori provincia.
Dichiarazione congiunta di Mirko Tutino, Assessore all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia; Ugo Ferrari, Assessore alle Risorse del Territorio del Comune di Reggio Emilia;Alessio Mammi,Sindaco di Scandiano e Coordinatore del sub-patto di sindacato Iren; Marzio Iotti, Sindaco di Correggio e rappresentante Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi idrici e rifiuti (Atersir)
Con la consegna del progetto preliminare di Tmb e con l’avvio del porta a porta nei primi comuni della provincia già dal primo luglio, si dà concretamente il via al Piano che garantirà un assetto sostenibile al ciclo reggiano dei rifiuti, avviando politiche per il superamento degli inceneritori e del conferimento in discarica di rifiuti non trattati, così come indicato dall’Unione europea.
Inoltre vogliamo che il progetto presentato venga analizzato e migliorato ulteriormente da esperti indipendenti, come già annunciato in aprile, così che il Tmb più che un impianto per il trattamento rifiuti sia una vera e propria “Fabbrica dei Materiali”.