Con un consolidato sistema di microcamera e skimmer hanno tentato di clonare un bancomat in via Emilia Est a Modena, ma i dubbi di un cliente che cercava di utilizzare il servizio e la caparbietà di un gruppo di operatori della Polizia municipale hanno probabilmente bloccato sul nascere l’attività di una banda di clonatori. Sabato mattina, poco dopo le 8,30 una pattuglia della Municipale in servizio in via Emilia, nei pressi della tangenziale, è stata avvicinata da un uomo che ha segnalato loro di aver avuto dei problemi durante una normale operazione ad uno sportello bancomat poco distante, tanto da sospettare la manomissione dell’apparecchiatura. Gli agenti hanno così iniziato una minuziosa ispezione della nicchia, non prima di aver bloccato il servizio con la collaborazione dell’istituto di credito. Un forellino sul lato sinistro dello sportello ha insospettito gli operatori che alla fine hanno scoperto una sottile lastra incollata sulla vera parete. Dietro erano attaccate una serie di batterie e una microcamera in grado di registrare le operazioni digitali dei clienti. Sotto la tastiera i vigili hanno poi scoperto un lettore che decodificava la banda magnetica del bancomat. Dopo aver letto i dati della carta e ricopiato il numero digitato dai clienti, sarebbe stato un gioco da ragazzi prelevare da ogni conto 500 euro anche in un altro bancomat. Ulteriori controlli hanno consentito agli agenti di stabilire che l’ingegnoso meccanismo era stato montato solo un’ora prima della scoperta e che l’intervento della Municipale ha bloccato sul nascere una lucrosa attività criminale.
“La sensibilità del cliente e la determinazione degli operatori – sottolineano dal comando – hanno permesso di bloccare i ladri prima che potessero alleggerire i conti dei clienti. Da notare – proseguono da via Galilei – che la banda, probabilmente un’organizzazione straniera che agisce su larga scala, invece di posizionare la microcamera in alto l’ha montata su un lato per evitare che i clienti con lo scudo del dorso della mano togliessero la possibilità di leggere il codice”.