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Filippi (PDL): “a Saviano una cittadinanza ideologica e politica”

“Non condivido la decisione assunta dall’Amministrazione comunale di Bologna di conferire la cittadinanza onoraria allo scrittore Roberto Saviano”. Così si è espresso il Consigliere regionale del Pdl, Fabio Filippi.

“La cittadinanza onoraria è un’onorificenza concessa da un Comune per onorare una persona, anche non residente, che è ritenuta legata alla città per nascita, per il suo impegno o per le sue opere. La concessione della cittadinanza avviene dopo che il Consiglio comunale abbia votato, a larga maggioranza o all’unanimità, una delibera in tal senso. Nel caso della delibera della cittadinanza onoraria a Saviano, non vi erano nemmeno tutti i consigliere della maggioranza, e la minoranza per disappunto è uscita dall’aula. Poste queste premesse di ordine formale, non comprendo cosa abbia fatto Saviano di così particolarmente meritevole, per la città di Bologna, i bolognesi e gli emiliani. Lo scrittore, al momento della consegna della cittadinanza, avrebbe dichiarato di volere dedicare l’onorificenza concessagli “a tutti i meridionali (ivi compreso il sindaco Merola) che hanno partecipato alla ricostruzione di Bologna”. Saviano non rappresenta certamente tutti i meridionali che con il loro lavoro hanno contribuito alla crescita economica di Bologna: molti di loro non si sentono, infatti, rappresentati da Saviano. Oltretutto, i meridionali emigrati a Bologna sono gente abituata a lavorare in modo duro, nei cantieri e nelle fabbriche, e quindi non hanno niente a che fare con uno scrittore che certamente non ha vissuto simili esperienze lavorative. Il Sindaco di Bologna, Virginio Merola, per giustificare la concessione della cittadinanza onoraria, ha parlato di “un gesto concreto per testimoniare che Bologna sta vicino ad una persona che lotta contro la criminalità organizzata”. In realtà, sono convinto che la lotta contro la criminalità organizzata l’abbiano condotta e la stiano conducendo: carabinieri, poliziotti, magistrati ed alcuni politici, in modo molto più concreto e meritevole di quanto abbia fatto Saviano, che si è limitato a scrivere libri che non tutti leggono. Saviano ha fatto della lotta alla Camorra una professione, redditizia nel campo editoriale, ma il suo contributo al contrasto della criminalità organizzata è stato marginale. Ritengo perciò che il conferimento della cittadinanza a Saviano abbia motivazioni prevalentemente ideologiche e politiche e quindi non istituzionali. A nessuno è infatti sfuggito – ha concluso Filippi – il ruolo di militante di sinistra che Saviano ha all’interno del teatrino della politica: teatrino fatto solo di vuote parole e di luoghi comuni”.

















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