Il Governo – spiega Antonio Platis, capogruppo del PDL a Mirandola – ha deciso di premiare chi non si è fatto aiutare dallo Stato per avere un posto letto in tendopoli o presso una struttura alberghiera, ma si è arrangiato trovando un’autonoma sistemazione.
Il contributo va dai 100 ai 600 euro a seconda della composizione del nucleo familiare e, nonostante non sia estremamente generoso, è comunque una bocca d’ossigeno per chi si trova con la casa inagibile.
Il problema è che, in Emilia, nessuno riesce a presentare domanda.
In questi momenti le polemiche andrebbero evitate, ma a volte sono l’unico modo per portare alla luce un problema. Anche perché – ironizza Platis – mai e poi mai Peppone potrebbe lamentarsi apertamente con un suo superiore.
L’ordinanza che attua questo meccanismo è datata 22 maggio, proprio poche ore dopo il primo sisma, ma non ha ancora piena applicazione.
L’attuazione è affidata ai direttori delle Agenzie regionali di Protezione Civile dell’Emilia-Romagna e della Lombardia che, tramite i Sindaci, devono assegnare questo contributo.
Sul sito web del comune di Mirandola, ad esempio, si annuncia che a breve sarà necessario compilare un modulo per avere il rimborso, mentre su quelli di Bomporto e di Cento capeggia già un formulario per ottenere il contributo.
Ai tanti cittadini che però si sono recati negli uffici della città di Pico, i funzionari – spiega Platis – hanno risposto che loro non hanno avuto nessun modulo ufficiale dalla Protezione Civile e quindi non possono accettare neppure le domande compilate sulla base delle indicazioni di altre amministrazioni comunali.
La macchina burocratica si è inceppata? A quanto pare sì, ma solo in Emilia-Romagna. Infatti, contattando i comuni del mantovano si ottengono risposte ben diverse. “Ogni qualvolta viene emessa un’ordinanza di inagibilità – spiegano i funzionari del Comune di Moglia (MN) contattati personalmente – questa informazione viene automaticamente girata alla Regione Lombardia che, incrociando i dati comunali sull’utilizzo della tendopoli e sulla composizione del nucleo famigliare, provvede automaticamente ad erogare il contributo per un massimo di due mensilità”.
Quindi – commenta Platis – in Lombardia non devi presentare neppure domanda, mentre in Emilia i cittadini devono attendere che la burocrazia partorisca un modulo. a quando il lieto evento?
(Antonio Platis, Capogruppo PDL Mirandola)