“C’e’ un fenomeno che ci stanno segnalando le nostre strutture ed e’ quello di domestiche, colf o badanti, straniere che con il terremoto sono andate via, lasciando le persone che assistevano in centri di accoglienza. Per molte famiglie si tratta di un vero dramma, anche perche’ la Protezione Civile correttamente ha organizzato delle strutture protette che pero’ costano e le famiglie si trovano a sostenere una certa spesa, spesso superiore a quella dell’assistenza familiare”. Cosi’ Davide Parmeggiani, direttore regionale Inas Emilia Romagna, spiega a LABITALIA come, ai tanti disagi causati dal terremoto, si sia aggiunto anche quello di anziani e famiglie rimasti senza un aiuto nelle mansioni di assistenza ai piu’ deboli. “Molte famiglie -dice Parmeggiani- ora si rivolgono a noi per avere l’indennita’ di accompagnamento”.
Il Patronato ha organizzato dei camper nei quali ricevere le persone, perche’ le richieste di aiuto sono tante e molto varie. “I nostri camper -dice Parmeggiani- in questo momento funzionano da vero e proprio ‘pronto soccorso del lavoro’ a 3600 gradi, perche’ ci capita di rispondere al dipendente che vuol sapere se e fino a quando la sua azienda sara’ chiusa, dobbiamo controllare chi e’ inserito nella lista per la cassa integrazione o come fare per aiutare la lavoratrice che si deve assentare per congedo maternita’, ma ha perso tutti i documenti”.
Tra gli assistiti del Patronato, molti sono stranieri. “Ci chiedono come fare per avere un contributo per tornare a casa o per far partire moglie e figli -dice Parmeggiani- ma per tutti c’e’ molta voglia di tornare a lavorare”.
