Dal terremoto al rischio alluvione. E migliaia di ettari non irrigati. Mentre la terra in queste ore continua a tremare si aggrava la situazione nel comprensorio del Consorzio della Bonifica Burana: nella maggior parte dei 162 mila ettari di pianura compresi tra Modena, Bologna, Ferrara e Mantova. In particolare la situazione è tale dopo le ultime micidiali scosse del 29 maggio abbattutesi su un area già duramente colpita dal sisma.
In campagna e negli uffici è all’opera in queste ore e ininterrottamente il personale consortile che, ora, non ha più una casa dove rientrare. La quasi globalità di dipendenti e amministratori dormono di notte in tenda e in roulotte lungo i canali, vicino agli impianti, comunque lontano dai muri. Il sisma, ora, è vissuto sia come un problema personale e familiare, ma anche come un’emergenza da contrastare nelle ore di lavoro.
Queste donne e questi uomini, comunque, nella serata di ieri hanno consegnato una prima cernita dei danni, e riguarda una rete estesa per 2500 chilometri di canali, 52 impianti idrovori e 2000 manufatti, la maggior parte gravemente lesionata dal sisma.
Risultano danneggiati in particolare impianti idrovori, impianti irrigui, magazzini di servizio, abitazioni di servizio, arginature dei canali principali. Alcune strutture saranno da ricostruire ex novo. A questo si somma il rischio di crollo lungo centinaia di metri sulle arginature. In questo caso è pregiudicata la difesa idraulica e lo scolo delle acque dal territorio. Tra pochi mesi già ci saranno le alluvioni autunnali: il rischio concreto è quello di esondazioni in una terra già troppo ferita se non si interviene.
“Faremo di tutto per essere operativi tra ottobre e novembre per garantire la sicurezza nel nostro comprensorio” spiega Francesco Vincenzi, presidente del Consorzio della Bonifica Burana, che a sua volta vive queste giornate in un camper.
Inoltre al momento sono allo studio soluzioni per potere ripristinare l’irrigazione che è stata sospesa in larga parte del comprensorio, in particolare laddove gli impianti sono gravemente lesionati o inagibili. Si intende così fare di tutto per preservare, nell’emergenza, una delle agricolture più floride della Pianura Padana: ortofrutta, viticoltura, Parmigiano Reggiano in particolare i settori a rischio.
Le operazioni che sta svolgendo in queste ore il Consorzio della Bonifica Burana avvengo in raccordo con le autorità regionali, le rispettive Protezioni civili, e statali. E’ di 32 milioni di euro una stima provvisoria dei danni nel comprensorio della Burana. Ogni ora che passa è una lotta contro il nemico invisibile che scuote la terra, le acque e, soprattutto, anime indomite alle avversità.
Periodico quotidiano Sassuolo2000.it
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