È di stupore la prima reazione del presidente di Apmi Modena, Dino Piacentini, nel commentare le polemiche alimentate da dichiarazioni di fonte sindacale circa la responsabilità degli imprenditori nei crolli che sono costati la vita ai lavoratori presenti nelle aziende al momento delle scosse di lunedì mattina.
“Avremmo di gran lunga preferito non essere costretti replicare nei confronti di espressioni del genere, ma ci vediamo costretti, perché intravediamo, con grande sconforto, il rischio che anche su fatti di una gravità incommensurabile si innestino strumentalizzazioni che vanno stroncate alla radice”.
“Il riflesso condizionato della demagogia non viene inibito neanche di fronte a tragedie che, come sappiamo, non distinguono vittime di serie A o di serie B: sotto le macerie degli stabili crollati hanno perso la vita lavoratori, imprenditori, professionisti, e anche un sacerdote. Non saremo noi a distinguere quale vita valga di più”.
“È ovvio che indagini della Magistratura devono essere portate avanti, per quanto possibile in tempi brevi, e con la collaborazione di tutti, possibilmente senza prefigurare teoremi e anticipare giudizi”.
“È invece assolutamente inaccettabile assistere alla colpevolizzazione di una categoria, quella degli imprenditori, sulle cui spalle grava gran parte del peso di lavorare da subito alla ripresa”.
“Un sindacato fuori dal tempo, capace solo di lavorare per dividere, non è ciò di cui hanno bisogno le nostre realtà produttive, così ben rappresentate dagli imprenditori e dai lavoratori, i quali spesso vengono ancora definiti amichevolmente ‘ragazzi’, che dopo il primo evento sismico si sono ritrovati davanti agli stabilimenti, di domenica mattina, uniti dall’ansia ma anche dalla volontà di ripartire”.