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Alla scoperta del Vietnam

Il Viet Nam è sempre più una rivelazione per i mercati internazionali, una piattaforma produttiva dove investire e da cui avviare una presenza graduale sui mercati dell’Asia. E’ questa la carta di identità dell’emergente paese asiatico tracciata nella sede di Unioncamere Emilia-Romagna dove si è concluso il roadshow informativo organizzato da Unido, Ministero degli Esteri, Ministero dello Sviluppo Economico/Direzione Generale Lotta alla Contraffazione-UIBM, Confindustria, in collaborazione con il Sistema camerale.

Quasi cento imprenditori della regione hanno potuto conoscere attraverso le relazioni del convegno al mattino ed i tavoli tematici su specifici settori produttivi, tutte le opportunità di un mercato estremamente dinamico.

Con una popolazione di 88 milioni di abitanti (il 70% dei quali sotto i 35 anni), il mercato vietnamita è caratterizzato infatti da una sempre più elevata domanda di beni di consumo, soprattutto stranieri, e di potere d’acquisto. Il Việt Nam è uno dei paesi con il più alto livello di sviluppo al mondo: negli ultimi anni il Pil è aumentato complessivamente del 30% e l’ingresso nel Wto, nel 2007, ha prodotto un incremento della propensione all’internazionalizzazione.

L’opportunità di investire in Viet Nam deve essere valutata in una prospettiva di medio termine poiché dal 2015 il Paese farà parte della più grande area di libero scambio del mondo.

L’ambasciatore italiano in Vietnam, Lorenzo Angeloni, dopo aver letto un messaggio del Ministro degli esteri Giulio Terzi, ha spiegato perché le imprese italiane devono guardare al paese asiatico come terra di opportunità.

“Da 25 anni il Viet Nam si è aperto al mondo con le riforme che hanno trasformato un sistema pianificato in una economia di mercato aperta – ha detto l’ambasciatore Angeloni – Il traguardo che si è posto di raggiungere lo status di paese industrializzato nel 2020 dimostra un concreto interesse ad attirare investimenti di qualità. L’Italia è pronta a rispondere perché può offrire tecnologia e know how. Produrre in Viet Nam significa anche poter esportare il 90% dei prodotti a dazio zero verso la Cina. Inoltre, importanti sono le agevolazioni fiscali per gli investimenti. Il costo del lavoro è nettamente inferiore, la popolazione è giovane e qualificata, ci sono stima e simpatia per l’Italia di cui si apprezzano cultura e prodotti. E’ una empatia che può dare buoni frutti”.

Le imprese italiane hanno diverse carte da giocare per cogliere le numerose possibilità di investimento e collaborazione commerciale-produttiva.

“Abbiamo molte cose in comune – ha ribadito Hoang Long Nguyen, vicedirettore per l’Europa del ministero degli affari esteri del Vietnam – Esportiamo prodotti in tutto il mondo, compresa l’Italia da cui possiamo importare tecnologia all’avanguardia. Guardiamo con interesse al know how ed alla rete delle Pmi italiane come modello che può contribuire al nostro sviluppo soprattutto in termini di assistenza tecnica alle piccole e medie imprese vietnamite”.

Per tipologia di attività e produzioni, le imprese emiliano-romagnole sono al secondo posto tra le più interessate al mercato vietnamita, appena dopo quelle lombarde nei settori della meccanica, arredamento-elettrodomestici, abbigliamento. L’esigenza di potenziamento delle infrastrutture in Vietnam apre frontiere per le imprese di costruzioni, mezzi di trasporto e apparecchiature per energia.

“Negli ultimi anni, i rapporti commerciali hanno fatto segnare un notevole incremento –conferma Ugo Girardi, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna – nel 2011, l’export dell’ l’Emilia-Romagna è stato di oltre 102 milioni di euro (+17,2% rispetto al 2010) di cui circa la metà rappresentato dalla meccanica, mentre l’import dal Vietnam è stato pari a

Mai Huu Tin, deputato dell’Assemblea Nazionale e presidente dell’Associazione dei Giovanni Imprenditori vietnamiti, che raccoglie 10 mila membri in tutte le 63 province del Vietnam ha sottolineato “le numerose opportunità e la complementarietà tra le imprese dei due paesi. La popolazione vietnamita ha voglia di apprendere, migliorare e specializzarsi”.

Christian Finotti ha raccontato l’esperienza della bolognese Datalogic, che ha scelto di fare del Vietnam la base strategica per l’intera area asiatica.
















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