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Commercio al dettaglio e servizi, Confesercenti Modena: continua il calo delle vendite

Incidono pesantemente sui consumi dei modenesi la crisi economica e la situazione di forte incertezza delle prospettive future. Si chiude infatti in maniera negativa il 2011 per il commercio nella nostra provincia, ed anche l’ultimo trimestre, nonostante le vendite del periodo natalizio, conferma una tendenza alla contrazione che si era già manifestata nel corso dell’anno – tiene a evidenziare Confesercenti Modena, il cui Osservatorio Economico ha monitorato nel 2011 oltre 1000 piccole imprese attive sul territorio modenese nel commercio alimentare, extralimentare e servizi di intermediazione.

La periodica analisi condotta dall’Osservatorio dell’associazione imprenditoriale modenese ha posto sotto la lente di ingrandimento in primo luogo, gli esercizi operanti nel settore del commercio alimentare al minuto. Al calo dei fatturati registrato nel corso del 2010 (-2,7%), fa seguito nel 2011 un ulteriore decremento dei ricavi pari al -2,3%: segno evidente di come le famiglie modenesi continuano a risparmiare anche sui beni di prima necessità contraendo dunque di ben il 5% i consumi nell’arco dei 2 anni. Il calo interessa tutti i settori specializzati (dai forni alle macellerie, dall’ortofrutta) e si accentua particolarmente nei piccoli negozi, questi ultimi risultano essere i più penalizzati. Qualche segnale di controtendenza riguarda esclusivamente alcuni segmenti di nicchia quale ad esempio il comparto del biologico.

Si aggrava in modo molto marcato l’andamento delle vendite al minuto nel settore extralimentare: che registra un -4,3% appesantendo una tendenza emersa già negli scorsi anni. Numeri, su cui ha particolarmente inciso il trend negativo riscontrato nei negozi di elettrodomestici, in crollo rispetto allo scorso anno quando però incideva positivamente la vendita di tv di nuova generazione per il passaggio al digitale terrestre. Anche abbigliamento e gioiellerie risultano essere settori nei quali la crisi incide in maniera decisamente pesante.

A questo calo nominale dei ricavi dobbiamo poi aggiungere un tasso di inflazione superiore al 3%: la flessione delle vendite evidenziata presenta un andamento ancor più negativo in termini reali.

Tengono, almeno sul piano nominale, i ricavi dei pubblici esercizi: che faticano però a recuperare il tasso di inflazione, mentre indicano una diminuzione del valore delle vendite.

Continua il trend negativo anche nei servizi di intermediazione: i ricavi delle imprese di questo settore segnano infatti una contrazione del –2,3% nel 2011 che si deve sommare a cali pesanti già fatti segnare negli ultimi anni.

Articolando più nel dettaglio l’andamento dei ricavi delle imprese, il 2011 evidenzia un 30% di ditte che aumentano i ricavi, un 20% che rimangono stabili ed un 50% che diminuisce le vendite. Un quadro in peggioramento rispetto al 2010 quando oltre il 40% delle imprese registrava un incremento delle vendite. L’accentuazione del quadro negativo del 2011 trova riscontro anche nelle le aspettative degli imprenditori per l’anno in corso.

“Questi dati ci mostrano che la domanda interna di beni e consumi continua la brusca frenata già conosciuta negli anni passati. – afferma Tamara Bertoni Direttore Generale di Confesercenti Modena – Una situazione che può ulteriormente aggravarsi in un una economia già entrata in recessione, ulteriormente appesantita dai provvedimenti del Governo che aumentano la pressione fiscale a livello nazionale con gravi ricaduta anche sul piano locale. Tutto ciò graverà fortemente su imprese e famiglie producendo ulteriori effetti negativi sull’andamento dei consumi. La rete distributiva modenese dovrà quindi fare i conti per lungo tempo con questa crisi, mettendo in conto forti ripercussioni sulla tenuta delle imprese del commercio. Le stesse attività imprenditoriali saranno dunque chiamare a ricercare nuovi sbocchi di mercato, individuare nuove nicchie innovando prodotti e servizi. In questo dovranno essere adeguatamente supportate e accompagnate da politiche formative adeguate, nonché da un credito che riprenda a sostenere le imprese nei progetti di crescita e sviluppo. Soprattutto sarà opportuno che la nostra economia in tempi relativamente sopportabili per le imprese, riprenda a crescere”.
















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