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Lugli (PRC): “alcuni suggerimenti alla giunta e al consiglio per un nuovo modello di sviluppo per Finale Emilia”

L’appello alle banche lanciato dall’assessore D’Aiello a sostegno della Ecoblok, che doveva essere operativo già un anno fa, non è che il fallimento delle politiche industriali della giunta Soragni ieri e della giunta Ferioli oggi.

Dopo essere clamorosamente fallita la riconversione dell’ex zuccherificio in inceneritore l’Amministrazione sta inseguendo l’ennesimo progetto sbagliato che, se andrà in porto, contribuirà a fare di Finale Emilia il polo pattumiera della Regione.

Il processo produttivo della Ecoblok prevede la combustione di 248.000ton all’anno di rifiuti legnosi, l’assorbimento di migliaia di litri di acqua e un traffico indotto di migliaia di camion, oltre ad emettere formaldeide in atmosfera. Il tutto nel distretto della provincia in cui si muore di più per tumori.

È di questa fabbrica che ha bisogno Finale Emilia? È per questo tipo di imprese che le banche dovrebbero concedere credito agevolmente? Secondo noi no.

Non ci sono altre strade per creare occupazione se non con attività inquinanti?

Finale, nella crisi economica globale in cui ci troviamo, vive una situazione ancor più difficile, per le scelte sbagliate dei suoi amministratori, il tempo prezioso perso in progetti palesemente insostenibili e l’isolamento politico in cui da anni è precipitata.

Secondo noi Finale deve rapidamente cambiare passo e puntare ad modello di sviluppo capace di creare occupazione stabile e di qualità per le nuove generazioni favorendo l’insediamento di imprese che promuovano innovazione, ricerca e sostenibilità ambientale.

Come attrarle? Suggeriamo alcune azioni che l’Amministrazione può mettere in campo:

1. modificare il PRG del 2000 per rendere utilizzabile, anche agli artigiani, quel milione di metri quadri di area produttiva dedicata alle ceramiche da troppo tempo ferma. Il vecchio PRG che puntava tutto sulla ceramica è stato in questo decennio una zavorra che ha bloccato la crescita industriale e artigianale di Finale.

2. garantire l’erogazione di contributi, soprattutto in tempi di scarsità d risorse, solo a sostegno delle imprese che rispettano efficienti criteri ambientali, che investono in innovazione e ricerca, che garantiscono la stabilizzazione dei rapporti di lavoro.

3. adottare un regolamento edilizio “di classe A” capace di cambiare radicalmente il modo di costruire a Finale Emilia sostenendo con benefici fiscali il recupero degli immobili vuoti o da ammodernare generando in questo modo un significativo indotto per le imprese locali.

Sono queste alcune azioni che possono permettere a Finale di attrezzarsi per uscire dalla crisi prima e meglio di altri territori.

Ma per realizzare tutto questo è necessaria una precondizione: che il Comune la smetta di considerare il territorio come moneta di scambio per accettare progetti che devastano l’ambiente a fronte della corresponsione di contributi per le esangui casse comunali.

(Stefano Lugli, PRC/Sinistra per Finale Emilia)
















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