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A Fabbrico riprendono gli appuntamenti del “Mese della Memoria e della Legalità”

Dopo la forzata sospensione dovuta al maltempo, a Fabbrico riprendono con rinnovato entusiasmo gli appuntamenti della terza edizione del “Mese della Memoria e della Legalità”. Entusiasmo è proprio ciò che i due protagonisti della serata di giovedì 16 febbraio al Pedrazzoli si preparano a trasmettere al pubblico, in particolare a chi di esso fa parte delle nuove generazioni.

Alle 21, nella consueta location del del teatro, La giornalista e scrittrice Luciana Castellini e l’ex partigiano fabbricese“el Diével” Germano Nicolini, mediati dal giornalista Stefano Morselli, porteranno il dialogo dal titolo eloquente “Ribelliamoci”, che riprende i temi affrontati nel libro a più voci“Ribelliamoci-L’alternativa va costruita” (Aliberti editore, 2011), realizzato dalla prima grazie anche all’intervento del secondo.

A conferire all’incontro ulteriore valore, saranno le foto della mostra dell’ANPI “Partigiani- i volti della Resistenza”, curata dagli istituti storici di Modena Parma e Reggio Emilia e allestita nel foyer del teatro. La mostra sarà inaugurata la stessa sera alle 20,45 e sarà visitabile in occasione delle prossime iniziative a teatro. A ricordare e celebrare la memoria di chi ebbe il coraggio di ribellarsi in particolare 67 anni fa, durante la storica Battaglia di Fabbrico.

 

“Ribelliamoci” rappresenta un invito, un’esortazione, un desiderio di tramandare nel tempo la consapevolezza che all’indignazione di fronte a quanto di ingiusto accade, deve seguire una spinta decisa e coraggiosa verso il cambiamento. Oltre a Nicolini, nell’opera compaiono gli interventi di Don Andrea Gallo, Margherita Hack, Gianfranco Mascia, Tino Tellini, Marco Travaglio, Enrico Vaime.

Ecco le parole usate dall’autrice, Luciana Castellini, per motivare la sua raccolta: «Si tende a pensare che la propria generazione sia migliore di quelle che le sono succedute. Se a me piace molto il vecchissimo Stéphane Hessel, che di anni ne ha novantadue, undici più di me che pure sono Matusalemme, è proprio perché, anziché chiudersi nella nostalgia del suo passato, lo usa come un altoparlante per mobilitare i giovani cercando di dar loro il massimo della fiducia. E li chiama a tramandare quanto di meglio è stato fatto prima che nascessero. Ecco la parola che, insieme a indignazione, ribellione e responsabilità, vorrei esaltare: tramandare. Perché un passaggio di testimone è indispensabile per dar senso alla storia dell’umanità.

Quanto ci è richiesto è uno straordinario e prolungato impegno, proprio come accaduto nel corso della storia, durante i momenti alti delle rivoluzioni. Ma che ora occorrerà spalmare su anni. E in questo quadro va ritrovato anche il desiderio della rivoluzione più ardua: la trasformazione dell’essere umano. Questo sì che mi indigna. Mi indigna che proprio di questo obiettivo, pur centrale in tutte le grandi utopie, dal cristianesimo al comunismo, nemmeno più si parli. E che, anzi, se qualcuno si azzarda a dire che va trasformato il soggetto stesso della storia, viene messo a tacere come fosse un balordo».

Per informazioni: Comune di Fabbrico: 0522 751918
















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