È stata depositata nelle scorse ore a Roma, corredata da tantissime firme di sostegno, la candidatura di Enrico Aimi e Alessandro Lei alla guida del Popolo della Libertà in vista del prossimo congresso. Un grande raggruppamento quello che li sostiene che è riuscito a portare a sintesi alcune esperienze cresciute all’interno del PDL e che ha la certezza di rappresentare la stragrande maggioranza del partito e degli iscritti, la cosiddetta Area Vasta.
Il nome del Vicepresidende del Consiglio Regionale e quello di Lei sono apparsi al “grosso blocco” degli iscritti come la miglior sintesi per il rilancio del PDL. Specie in questa fase delicata il partito ha necessita’ di una guida di provata esperienza politica che ha gia’ peraltro dimostrato sul campo, in tantissimi anni di militanza e di battaglie politiche, di avere le carte in regola per vincere non solo personalmente ma anche per portare alla vittoria il partito stesso.
Insomma una squadra, quella del duo Aimi-Lei, che si prefigge di dar battaglia all’esterno alle sinistre e al contempo di armonizzare e riunire al suo interno il partito forte di un ampio consenso. Le adesioni al PDL in provincia sono state quasi 6000 e sulla carta la vittoria appare oramai scontata (dipedera’ solo se con il 60 o il 70 per cento) e non solo perche’ Aimi, Giovanardi, Samori’, Lenzini, Rinaldi hanno portato in dote ben oltre il 60’/. degli iscritti, ma perche’ il fronte dell’opposizione correra’ diviso: Barcaiuolo da una parte e Severi-Bertolini dall’altra.
“Non ritengo giusto – commenta Lei – parlare di anime o partiti che non esistono più. Alleanza Nazione come Forza Italia appartengono a logiche vecchie, oggi siamo chiamati a concludere in modo compiuto il progetto del nostro presidente Berlusconi e del segretario Alfano: 100% PDL. Domani non si dovra’ piu’ chiedere al militante da che esperienza politica proviene ma se e’ disposto a compiere con tutto il partito il lungo cammino insieme”.
Enrico Aimi ha aggiunto che “il senso di responsabilita’ dei dirigenti e dei militanti, in un momento così delicato per il partito, farà certamente prevalere il confronto e il dialogo alle sterili polemiche. All’interno del PDL non esistono nemici, l’avversario politico è al di fuori di noi; è la sinistra nichilista, massimalista, rivoluzionaria e radicale che ha una progettualità disgregatrice sia sotto il profilo morale, familiare, sociale, economico.
L’agire politico del nuovo PDL dovrà caratterizzarsi con azioni interne ed esterne. Le prime funzionali ad avere sul territorio militanti e dirigenti all’altezza della sfida culturale e politica; le seconde per creare una rete capillare di militanza, Comune per Comune, nella consapevolezza che la circolazione delle idee e dei valori espressi dal centrodestra hanno una capacità persuasiva di per sé “efficiente”.
Anche il semplice “banchetto”, il volantino o il manifesto politico, hanno una loro positiva funzione che non e’ solo quella del mettere in circuito idee, programmi o difendere principi, ma anche di riportare la nostra forza politica tra la gente. In buona sostanza – spiega Aimi – un partito dall’Anima Comunitaria, attento al nuovo, ma nel solco della nostra migliore tradizione.