Interventi su 4 province e oltre 20 comuni di pianura. “Volendo fare un esempio – dichiara Francesco Vincenzi, presidente del Consorzio della Bonifica Burana – è come immaginare il nostro operato (tra controllo della vegetazione, rimozione dei sedimenti e riprese di erosioni di sponda) lungo un canale che prende acqua dalle parti di Mosca e, passando da Berlino, Bruxelles e Parigi scende sino a Modena”.
Sono infatti 2.500 i chilometri di canali nei quali, nel corso del 2011, il Consorzio della Bonifica Burana ha effettuato, ripetutamente e quindi una lunghezza addirittura superiore al totale, opere per il controllo della vegetazione spontanea, rimozione dei sedimenti e riprese di erosioni di sponda (per azione del fluire dell’acqua ed a causa dei danni da animali alloctoni, come nutrie e gamberi).
“Abbiamo una rete – spiega Vincenzi – dove si lavora di continuo: se esistesse un canale unico davvero così lungo lo avremmo mantenuto proprio come abbiamo fatto grazie ai nostri quattro reparti operativi di Modena, Mantova, Bologna e Ferrara”.
“Sono opere di ingegno e prevenzione – prosegue Vincenzi – che raramente fanno notizia, ma che eseguiamo costantemente sulla nostra rete di canali, siano essi irrigui, di scolo o promiscui e che vogliamo far sapere ai nostri consorziati”.
Infatti, il contributo di bonifica serve a contribuire alle spese sostenute dal Consorzio per la messa in sicurezza del territorio in cui opera. Un riparto di spese tra i proprietari degli immobili che si trovano nel comprensorio consortile e che da tali attività traggono un beneficio.
“Nel caso della pianura – spiega Vincenzi – eseguiamo appunto opere che riducono il rischio di allagamenti e che consentono di distribuire acqua ad uso irriguo. E’ certo una attività poco nota ma che ci è parso giusto comunicare anche perché eseguiamo milioni di metri quadrati di sfalci e trinciature per garantire il deflusso idrico, impegnando decine di migliaia di ore di manutenzione, sistemando centinaia di tonnellate di massi ciclopici e migliaia di pali per la difesa di argini e sponde, quando invece la notizia spesso la fanno i casi opposti”.
“E’ grazie a questo tipo di opere – aggiunge il direttore Claudio Negrini – che è possibile tenere in efficienza i canali che in caso di pioggia accolgono e convogliano le acque piovane di centri abitati e aree industriali ed artigianali e di tutte le relative infrastrutture quali parcheggi, piazze e strade oltre che dei terreni agricoli. Abbiamo raccolto i dati dei lavori eseguiti e ne sono scaturite, come ogni anno, cifre importanti. E’ il ciclo continuo della manutenzione della rete di canali che fanno capo all’ente di bonifica”.
“Si tratta di lavori periodici – conclude il direttore – in parte effettuati con personale e mezzi consorziali e in parte appaltati a imprese specializzate, realizzati con cadenza annuale od anche semestrale. Si inizia a gennaio e si termina a dicembre.