In apertura del Consiglio comunale di oggi, la presidente Caterina Liotti ha espresso, anche a nome del Consiglio, cordoglio per la scomparsa del presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, “uno dei protagonisti della nostra storia repubblicana e di un difensore degli ideali della Costituzione”.
La presidente ha ricordato che, lasciata la toga di magistrato, Scalfaro è stato eletto nel 1946 all’Assemblea Costituente ed è stato ininterrottamente deputato ricoprendo anche l’incarico di ministro dell’Interno e presidente della Camera fino all’anno della sua elezione a Capo dello Stato, avvenuta nel 1992, “in una fase drammatica per la prima Repubblica, dilaniata dagli attacchi della mafia e da Tangentopoli. Il suo settennato al Quirinale – ha continuato Liotti – è stato uno dei più delicati e complessi della nostra storia recente. Come ha ricordato il presidente Napolitano, Scalfaro è stato un protagonista della vita politica democratica nei decenni dell’Italia repubblicana, esempio di coerenza ideale e di integrità morale”.
Durante la commemorazione i consiglieri del gruppo Pdl non erano presenti in Aula.
Quando la presidente del Consiglio comunale Caterina Liotti ha voluto ricordare la figura del presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro, l’intero gruppo del Pdl si è alzato ed è uscito dall’aula. Com’è accaduto a Bologna, così hanno fatto anche i consiglieri di Modena. “Un gesto politicamente greve e di un livello istituzionale talmente infimo che lascia francamente allibiti – è il primo commento del capogruppo Pd in Consiglio comunale Paolo Trande – Evidentemente non ha alcuna importanza l’impegno in difesa della Costituzione, della legalità e della centralità del Parlamento che ha reso memorabile il settennato di Scalfaro, il Pdl ricorda solo i presunti “sgarbi” al loro leader, come quando Scalfaro seppe imporsi a Berlusconi impedendo che il suo avvocato personale Cesare Previti potesse fare il ministro della giustizia. Il ricordo di Scalfaro ha avuto l’effetto di serrare i ranghi attorno a Berlusconi,che si conferma il padrone del partito (ma non del Paese “affrancato e liberato” per fortuna) , non più “bertoliniani” o “giovanardiani”, tutti fuori dalla sala come un sol uomo: un atteggiamento di una gravità inaudita. In questi casi la destra mostra in maniera plastica il suo vero volto lontano, molto lontano, dalle destre europee moderate e costituzionali. La anomalia delle destra italiana è un grande problema politico in questo Paese”.