Devo intervenire, e non lo faccio con piacere, come nemmeno con piacere lamento la necessità di un’Amnistia per la Repubblica, che è ben più importante di ciò che vado a scrivere.
Sono antifascista perché sono liberale, quindi più avverso ai fascisti in quanto ad opinioni ben oltre alle forze che vi si oppongono per ideologia, ma che comunque ragionano in termini di solidarietà, speranza e giustizia sociale. Non inorridisco alla vista del pacchetto di colore nero, bensì di fronte alle singole nefandezze che conteneva, fra cui le leggi razziali, un codice penale da controllo sociale (tuttora vigente), le corporazioni (spero a giorni contati), e ogni forma di autorità sull’espressione del pensiero.
Che cosa direste se adesso me la prendessi col Sindaco di Modena, perché secondo il mio misero parere si sta comportando da Podestà, e lo facessi dal pulpito istituzionale millantando proscrizioni? Mi direste che sono fascista pure io, e fareste bene.
Il sol sfiorare l’idea di condividere quella piazza con il “lato oscuro della forza” è bastato per scatenare il mantra Antifascista Vecchia Guardia, come una gara di canto fra le varie forze, dove la Legge Scelba aleggia puntuale sopra chiunque si schiera più a destra di Berlusconi. Questo mito però è spinto, nei commenti, bacheche e diari di facebook, fino a collidere col diritto, ed è necessaria una corretta informazione: l’apologia del fascismo non potrà mai configurare interdizioni a nessun gruppo, perché la stessa Costituzione che tanto piace quando è ideologicamente Antifascista, afferma anche che la responsabilità penale è individuale (e meno male che è così).
Le nostre storie sono i nostri orti, ma anche i nostri ghetti, e la Piazza Grande liberata non sarà Cattedrale Antifascista.
(Riccardo Macchioni, Radicali Italiani)
