Nelle scorse settimane il Gruppo regionale del Pdl ha incontrato il Presidente Errani, presente anche l’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia, chiedendo l’impegno della Regione a diffondere, nelle scuole superiori, un documento video che ripercorre i tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di Italiani, abitanti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, a lasciare, durante la prima guerra mondiale e nel secondo dopoguerra, i loro territori. La Regione ha deciso di aderire all’iniziativa.
Anche in Emilia-Romagna, seppur con ritardo, s’inaugura quindi una nuova fase di sensibilizzazione su quei drammatici eventi, verranno infatti coinvolte le giovani generazioni e verranno forniti ai ragazzi gli strumenti per analizzare un periodo tragico della storia italiana ed europea.
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è stato particolarmente chiaro: è dovere degli istituti scolastici italiani, di ogni ordine e grado, “diffondere la conoscenza dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di Italiani, abitanti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, a lasciare i loro territori, spezzando secoli di permanenza continuativa nelle terre natie”. Più di quindicimila furono i morti e circa trecentocinquantamila i profughi.
Il Parlamento nel 2004 ha approvato una legge che formalizza il “Giorno del Ricordo”, da celebrare ogni anno il 10 Febbraio.
Numerose scuole emiliano-romagnole, negli anni passati, hanno ‘volutamente’ ignorato le direttive ministeriali: fatto estremamente grave. E’, invece, dovere dell’istituzione scuola divulgare ai giovani luci ed ombre della nostra storia.
In Emilia-Romagna, e in particolare nelle scuole reggiane, molti insegnati hanno ignorato le vittime delle foibe e l’esodo a cui furono costretti gli italiani istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Sono passati sessantasette anni, la storia esige giustizia.
Auspico che gli insegnanti inadempienti comprendano l’errore commesso e decidano di trasmettere ai giovani questa parte della nostra storia: eventi ignorati per motivi ideologici fino alla fine degli anni ottanta.
Non dimentichiamo che in quella particolare fase storica, le nostre terre non brillarono certo per solidarietà nei confronti dei nostri compatrioti. Le collaborazioni tra partigiani comunisti italiani e titini sono documentate. Bologna, come altre città emiliane, rifiutò i profughi in arrivo dal Nordest.
(Fabio Filippi)