(Adnkronos/Ign) – Proseguono le ricerche sul relitto della Costa Concordia. Il mare calmo favorisce le operazioni. I palombari della Marina Militare stanno aprendo con microcariche di esplosivo un varco tra il ponte 4 e il ponte 5 per controllare una zona in cui si sospetta ci possano essere altri cadaveri.Oltre alle ricerche dei dispersi, l’altro grande problema è costituito dall’estrazione dai serbatoi della nave delle 2400 tonnellate di carburante: una decisione dovrà essere presa dalla riunione di stamane del Comitato tecnico scientifico. Alle 13 il commissario all’emergenza, Franco Gabrielli incontrerà a Grosseto il procuratore capo, Francesco Verusio, e poi tornerà all’Isola del Giglio per il consueto briefing delle 15 con la stampa. Dal canto suo il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha ribadito che “c’è già una contaminazione determinata dall’incidente stesso. Stiamo cercando di impedire la fuoriuscita di carburante che avrebbe un impatto devastante sull’ambiente”, ha detto senza fare una previsione sui tempi. Intanto sul fronte giudiziario, mentre sono risultati negativi i test sull’assunzione di droga eseguiti sul comandante Francesco Schettino, il capitano di Fregata Gregorio De Falco, della capitaneria di Porto di Livorno è stato ascoltato questa mattina per tre ore dal procuratore Verusio, in merito ai momenti immediatamente successivi al naufragio, addentrandosi soprattutto sulla questione del sistema di rilevamento satellitare Ais. Nel ‘brogliaccio’ della capitaneria di porto di Livorno, infatti, il capo turno scrive alle ore 22 ”tutto regolare”. L’impatto della nave contro gli scogli era avvenuto 18 minuti prima, alle 21.42. Gli inquirenti stanno verificando il motivo per cui non ci sarebbero state segnalazioni sulla rotta anomala della Costa Concordia, anche se l’altro giorno il capitano di vascello Nerio Busdraghi, del comando generale delle capitanerie di porto, ha detto che l’operatore della Guardia costiera di Livorno quella sera notò qualcosa di anomalo nella rotta della nave e lo segnalò prontamente. I magistrati grossetani stanno inoltre indagando a 360 gradi sulle sue responsabilità e sull’atteggiamento della Costa Crociere, che in base alle dichiarazioni dello stesso Schettino e di altri ufficiali avrebbe pianificato e addirittura imposto l’inchino al Giglio per ragioni pubblicitarie. Su questo i pm di Grosseto presto ascolteranno, molto probabilmente già in settimana, i vertici della Costa Crociere per capire se e quali sono le responsabilità dell’armatore.Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, che citano i verbali di interrogatorio del terzo ufficiale in coperta Silvia Coronika, dell’ufficiale addetto alla sala macchine Alberto Fiorito e di altri membri dell’equipaggio la Costa sapeva infatti dell’inchino. ”A 4 miglia dall’isola del Giglio il comandante è salito in plancia e ha disposto la navigazione in manuale, poi ha ordinato un’accostata a dritta”, ha detto la Coronika ai pm, spiegando che Schettino disse all’addetto alla cartografia: ”Vieni qua, che dobbiamo tracciare una rotta per passare vicino al Giglio e fare un inchino”. E l’inchino ”non viene fatto sempre, ma nelle ultime tre volte nella tratta Civitavecchia-Savona è stato fatto”, ha dichiarato Alberto Fiorito.Gli ufficiali ascoltati in Procura, hanno anche confermato che la nave non è naufragata in mare aperto ma si è arenata davanti all’isola solo per una casualità, smentendo così la versione fornita da Schettino. In pratica si sarebbe piegata per l’inerzia e per l’effetto perno delle ancore gettate in acqua, senza che nessuno avesse impartito l’ordine di dirigersi verso la costa.C’è poi il mistero della scatola nera, che secondo quanto dichiarato dal comandante era rotta e non registrava da 15 giorni. I pm vogliono poi capire se anche il ritardo nell’annuncio di abbandono nave sia da imputare alla Costa Crociere, visto che Schettino ha dichiarato di aver informato per tempo la compagnia del naufragio. Gli ufficiali hanno infatti confermato che l’armatore fu tempestivamente contattato, ma nonostante questo l’ordine di evacuazione generale fu dato in ritardo di oltre un’ora.E infine continua il giallo della donna bionda che ha preso in custodia il pc portatile di Schettino la mattina dopo il naufragio in un albergo dell’Isola: si sarebbe qualificata come un avvocato della Costa Concordia, ma la compagnia smentisce. Da questo pc gli inquirenti sperano di trarre elementi utili alle indagini, ma né l’oggetto né la donna sono stati ancora trovati.
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