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Tariffe Iren, Filippi (PDL): “ancora aumenti in arrivo”

A seguito della costruzione del Tmb (trattamento meccanico-biologico) a Gavassa e dell’espansione a tutta la provincia del metodo di raccolta dei rifiuti denominato “porta a porta”, le tariffe per gli utenti reggiani aumenteranno ancora. Tutto ciò mentre i compensi per gli amministratori di Iren, a partire dal suo Amministratore Delegato continuano ad essere faraonici.

Le tariffe dei sevizi pubblici erogati dalle municipalizzate aumentano, così come le tasse comunali, dopo la reintroduzione della tassa sui passi carrai. Quest’ultima rappresenta un odioso balzello caricato sulle spalle delle famiglie, che si trovano a pagare una tassa di 29,20 Euro al metro per potere entrare e parcheggiare la propria auto nel cortile del proprio condominio.

In questo contesto di crisi che costringe le famiglie a stringere la cinghia stride, per contrasto, il fatto che vi siano amministratori di aziende Municipalizzate che percepiscono compensi stratosferici.

Siamo consapevoli che i compensi agli amministratori incidono in misura marginale sul bilancio di Iren, ma siamo anche convinti che, in una situazione di crisi economica ed in un contesto che vede le tariffe di gas, acqua e rifiuti aumentare ulteriormente, un esempio di sobrietà non guasterebbe.

A proposito: poiché il titolo Iren in Borsa ha perso il 65 per cento del suo valore iniziale, ci domandiamo perché il Pd non chieda le dimissioni dei vertici di Iren, così come ha fatto nel caso della Fondazione Manodori; molti reggiani, infatti, hanno investito nei titoli Iren ed hanno subito un danno considerevole dall’andamento negativo del titolo. Oltretutto, poiché Iren è ancora un’azienda pubblica, la perdita del suo titolo e quindi del suo patrimonio, dovrebbe rappresentare un danno per l’intera collettività reggiana e quindi preoccupare tutti. Invece, in questo caso, il Pd tace, a conferma della sua faziosità.

Riteniamo che in questo momento anche i manager debbano fare sacrifici e il loro compenso dovrebbe essere vincolato all’andamento del titolo, senza mai superare i 100.000 Euro all’anno.

















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