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Modena e Reggio Emilia 2^ e 3^ in regione nella classifica Legambiente delle città più inquinate

In Emilia Romagna, così come in tutto il bacino padano, la situazione nel 2011 è tutt’altro che rosea: tutti i capoluoghi di provincia (fatta eccezione per Cesena), hanno ampiamente superato il limite di PM10 stabilito per legge, di 35 giorni all’anno. E’ quanto emerge dal Dossier Mal’Aria 2012 presentato questa mattina da Legambiente con i dati sulla qualità dell’aria dei capoluoghi di provincia italiani, ed approfondimenti sugli effetti sulla salute di quella che per il 2011 si è rivelata un’emergenza sanitaria.

Nella poco invidiabile classifica delle città più inquinate, troviamo Parma al 19° posto (93 sforamenti), Modena al 21° (90 sforamenti), Reggio Emilia al 24° posto (86 sforamenti), Piacenza al 26° posto (81 sforamenti), Rimini al 28° posto (74 sforamenti), Ferrara al 30° posto (72 sforamenti), Bologna al 32° posto (69 sforamenti), Ravenna al 34° posto (68 sforamenti) ed infine Forlì al 44° posto (48 sforamenti).

Con l’azzeramento del contatore a partire dal primo gennaio 2012, la situazione non sembra migliorare: ad oggi tutti i capoluoghi hanno superato i limiti per le Pm10 almeno un giorno ogni due. A questo ritmo i polmoni dei cittadini, soprattutto delle fasce più deboli, continuano ad essere sottoposti a rischi sanitari, in assenza di politiche serie e senza un vero programma di emergenza.

Le reazioni dei comuni sotto la guida della Regione, sono state ancora una volta deboli e contraddittorie con l’assessore all’Ambiente, Sabrina Freda, che non è sembrata in grado di produrre alcuna idea o azione degna di questo nome.

Ma quel che è peggio è che nei piani della Giunta di Errani spiccano in tutta la regione progetti di altissimo impatto sull’inquinamento della qualità dell’aria:

– nuove autostrade come la Cispadana, la bretella Campogaliano-Sassuolo, la TI-BRE nel parmense, il passante nord di Bologna;

– l’enorme centrale di Russi già nata nei progetti con uno spreco energetico impressionante;

– l’inutile ampliamento dell’inceneritore di Modena e quello di Parma, già oggi due volte più grande del necessario.

“Immobilità nel presente e progetti per il futuro inaccettabili” denuncia Lorenzo Frattini Presidente di Legambiente Emilia Romagna “fanno dubitare che questa emergenza sia al centro dei pensieri dei nostri amministratori. Chiediamo invece di mostrare un atto di coraggio e seguire la strada di azioni serie come quelle già imboccate a Milano”.

Ancora una volta Legambiente chiede alla regione di mettere in atto azioni di emergenza serie e continuative assieme ad azioni strutturali sul traffico, destinando fondi per gli investimenti con priorità assoluta al trasporto pubblico cittadino e pendolare e alla rete delle piste ciclabili, ed abbandonando la ormai nota predilezione della giunta regionale per strade e autostrade.

















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